NEWS NAPOLI CALCIO – Dopo le numerose polemiche sulle decisioni arbitrali, il Corriere della Sera ha fatto il punto della situazione sul VAR e le possibili modifiche che potrebbero essere applicate. Di seguito quanto evidenziato dalla nostra redazione:
“Cambio dal punto di vista regolamentare: il braccio largo è diventato sempre punibile, eliminando il concetto di volontarietà. Tale modifica era stata effettuata per ridurre al minimo la discrezionalità arbitrale, ma la poca chiarezza dei principi presenti all’interno del regolamento ha finito addirittura per aumentarla. Tali principi riguardano in particolare la distanza dall’avversario che colpisce il pallone, la posizione del braccio e l’intenzionalità della giocata“.
“Il tema della disparità di giudizio non è presente solo in Serie A, infatti anche in Premier League, in cui il VAR è al debutto, è stato molto discusso. In particolare Lampard, allenatore del Chelsea, ha invocato a gran voce l’uniformità di giudizio. Nell’ultima giornata di Serie A il caso più discusso è certamente il fallo di mano di De Ligt contro il Torino: l’olandese tocca il pallone con il braccio, per l’arbitro non ci sono gli estremi per concedere calcio di rigore ed il VAR conferma la decisione. Cairo nel post partita dirà: <<A Lecce per lo stesso episodio è stato fischiato calcio di rigore, a mio avviso il rigore c’era>>. Sarri stesso dirà: <<De Ligt aveva la mano nel posto sbagliato al momento sbagliato>>”.
“La nuova regola sui falli di mano non è particolarmente gradita nemmeno agli arbitri. Marcello Nicchi, presidente dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri) ha dichiarato: <<Stiamo lavorando bene, applicando un regolamento che non ci entusiasma>>. Nel girone di ritorno potrebbe essere introdotta la Central Var Room di Coverciano. <<Sarà una svolta, anche per spiegare le decisioni in diretta>>. Un’altra possibile novità potrebbe essere l’introduzione di una o più chiamate dell’ausilio tecnologico da parte degli allenatori. Per attuare tale rivoluzione sarebbe necessaria una modifica regolamentare, che non sarebbe né l’ultima, né la peggiore”
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