Milik e Callejon, i goal per fugare un precampionato di dubbi

Hanno timbrato il cartellino due volte, con due perle di pregevole fattura. Una gioia per gli occhi: il sinistro spietato ma chirurgico di Milik, la battuta mancina di un rapace e smagliante Callejon. Protagonisti non annunciati, con un bel carico sul groppone e un obiettivo conclamato: riprendersi ciò che gli spetta di diritto. Diritti di campo, a entrambi sottratti e che entrambi vogliono ripristinare.

Ad Arek era stata prima la sorte a schiaffeggiarlo e negargli sogni, speranze, ambizioni. Dopo aver scalato la montagna, superato il calvario dei due infortuni al crociato, sono subentrate le metafore, i paragoni. Arek non è Cavani, qualcuno si rassegni. Il precampionato l’ha vissuto così, con il fantasma di un top player sul groppone e di un sogno chiamato Matador. Fino a clamorose svolte sul mercato, il centravanti del Napoli è lui.

E il goal di ieri vale come affermazione del proprio statuto: un sinistro fulmineo alla prima occasione. Potente, preciso, nell’angolo più lontano. Un goal apprezzabile al pari dello stacco di Maksimovic, al pari – soprattutto – della rasoiata di Callejon. Che, in fondo, la rapacità non l’ha persa: ha segnato con il Carpi, aveva segnato con il Liverpool (sottratto ingiustamente), ha sigillato anche al Dortmund.

Malgrado un precampionato vissuto tra rendimenti insufficienti (in allenamento a Dimaro era tra i più sottotono), tra mugugni, pochi sorrisi e quelle voci di partenza. Milan, Chelsea, Chelsea, Milan. Poi niente: ancora Napoli. E ancora la voglia di riprendersi quanto sottratto o messo in dubbio. Per lui e per Arek, la stagione inizia oggi: il passato è passato, i goal sono solo un biglietto da visita, il futuro un’opportunità da cogliere con voracità.

Vittorio Perrone

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