La vittoria della città

Definirla partita sarebbe stato, e lo è sempre, riduttivo. La madre di tutte le sfide, la contrapposizione non di due squadre ma di due mondi, due culture, due sistemi, due universi paralleli ma distanti. Questa era, è e sempre sarà Juventus-Napoli. Ma quella del 22 aprile resterà Storia, con la S maiuscola. Il Napoli ha vinto all’Allianz Stadium. Il Napoli e Napoli, perché è stata la vittoria della città. 

Si sentiva nell’aria, perché è stata una vigilia in qualche modo diversa: chiedete a quel tifoso che si è lanciato sul pullman degli azzurri, spiega benissimo cosa prova uno che vive il Napoli come una religione. Si vedeva dalla carica dei tifosi, appunto: quelli stoici, imperterriti, petto in fuori e tanto orgoglio. Perché a Torino ci è andato anche chi non ci è potuto andare. E poi c’era chi aveva avuto il via libera: piangeranno, ne siamo sicuri, quando racconteranno questa storia per passarla alle generazioni che verranno. Perché il Napoli è questo: di padre in figlio, e chi vuole capire capisca. Chi non sa che significa, non sa cosa si perde. È stata la vittoria della città, perché la città sta vivendo un momento difficile, come la squadra. E nei momenti difficili i più duri a morire, i napoletani su tutti, cacciano le unghie e i denti. E perché in quell’imperioso stacco di Koulibaly c’è il colpo di testa di un popolo intero. Tutti l’hanno buttata dentro alle spalle di Buffon. 

Sembrava scritto da qualche parte, che doveva andare così perché il dio del calcio aveva deciso che così doveva essere. La bellezza sarà fine a se stessa, ma non può sempre passare in secondo piano. Il Napoli ha giocato come ha giocato perché si è caricato addosso tutti i pesi, le storture, le contraddizioni, la magia e la carica di una piazza che non ha smesso di credere in quel sogno comune nel cuore di tutti. Era tutto troppo perfetto per essere rovinato, come sempre è successo. Si sentiva nell’aria, si percepiva nel vento, nei suoni, che qualcosa sarebbe andato diversamente. Ed è successo l’inimmaginabile: l’ha realizzato la città che realizza l’impossibile. Il Napoli non aveva mai vinto allo Stadium, la Juventus non aveva mai chiuso una partita, in questa stagione, senza un solo tiro in porta. Il Napoli un gol a novantesimo l’aveva subito, in terra bianconera. E quel gol, che faceva ancora male, è stato vendicato.

Così come era giusto. Così, perché è più bello. Più bello per una notte essere napoletani. Un po’ di più, sì: e non ci si offenda, ai soliti cori, al solito, trito e ritrito, discriminare. Per fortuna non tutti hanno il privilegio di essere napoletani e tifosi del Napoli. E non tutti possono vantarsi di vincere una partita, spinti da un’intera città col cuore collegato sulle frequenze di una squadra che ora può e deve pensare a chiudere l’opera. L’impresa è lì, ad un passo dalla conclusione.

GENNARO DONNARUMMA

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