La leggerezza di parlare di Napoli

Come potremmo giustificare il fatto che Amin Younes non abbia voluto lasciare l’Ajax e approdare al Napoli a gennaio, fuggendo senza lasciare traccia di sè?

Come potremmo motivare il fatto che il tedesco abbia detto che non vuole, seppur da contratto regolarmente contrassegnato, dare efficacia all’accordo e cerchi di definirlo invalido ad ogni occasione, dribblando la sua scelta di firmare con il Napoli?

Ma sì, citiamo la camorra, tanto che fa? Ci crederanno, penseranno che è vero. Tanto Napoli è solo camorra, no? L’apertura del De Telegraaf  è gravissima. Lo è a maggior ragione alla luce della smentita dell’agente del calciatore.
Lo è perchè è altamente improbabile, come sottolineato da molti, che nel giro di poche ore Younes possa aver conosciuto la città di Napoli così bene da poterla definire, con leggerezza, una città “povera e poco sviluppata”. Certo, può essersi accorto di alcune differenze strutturali che sussistono tra il mondo del calcio italiano, con le dovute eccezioni, e alcuni palcoscenici esteri.

Certo, può aver riscontrato nei difetti nello Stadio San Paolo, impianto non certo di ultima mano, soprattutto se paragonato a molte strutture all’avanguardia nel panorama europeo.

Risulta difficile, però, e avrebbe davvero del clamoroso, oltre al fatto che sarebbe stata davvero una circostanza sfortunata, che il tedesco possa aver avuto, in così poche ore, un incontro tanto scioccante con esponenti della criminalità organizzata.

Bisognerebbe, più che altro, far presente quali sono i veri motivi della fuga di Younes, che si chiamino Borussia Dortmund o Borussia Moenchengladbach, o che siano imputabili ad un timore di non guadagnarsi il giusto spazio.

Non è accettabile che si faccia ricorso a luoghi comuni di un così basso livello, volti ad infangare una città semplicemente per cercare di discolpare qualcuno da un cambiamento di idea. Una città che vive di continui attacchi mediatici non merita questa cattiveria gratuita e queste banalità.

Per potersi permettere di esprimere un giudizio su Napoli, come su qualsiasi altra città o qualsiasi altro argomento, bisognerebbe averne coscienza piena.

E ci si potrebbe soffermare sul calore del popolo napoletano e del San Paolo, piuttosto che su qualche seggiolino scomodo o una pur poco difendibile obsolescenza.

E ci si dovrebbe fermare a viverla e ad analizzarla, piuttosto che gettare fango e formulare giudizi affrettati che possano fare il male di Napoli e far fare brutte figure a chi ne parla.

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