Evitiamo le solite e sterili polemiche

Ha fatto molto discutere la scelta di Gasperini di fare un ampio turn-over nella sfida contro la Juve che si sarebbe dovuta giocare oggi alle 18.00 e che, invece, a causa della bufera di neve che si è abbattuta su Torino, è stata rinviata a data da destinarsi (CLICCA QUI PER APPROFONDIRE). Il web, come spesso avviene, si è scatenato. Da un lato si è gridato al complotto, dall’altro si è etichettata la Dea come squadra “succursale” della Juve. Tutti sfottò, velate polemiche e antipatia che tra i tifosi è normale, anzi sarebbe strano se queste cose mancassero.

Ora però abbandoniamo il chiacchiericcio da bar. Quel che ha fatto Gasperini fa e farà discutere, come giusto che sia. Ma quella del tecnico è stata una scelta di conseguenza, il fatto che sia stata fatta contro la Juventus non fa altro che aumentare ed amplificare la polemica, che avrebbe avuto comunque un suo fondamento ma forse sarebbe stata meno esagerata. Ma è una scelta che ugualmente avrebbe fatto chiunque: scegliere, tra due obiettivi, quello più alla portata, e cioè scegliere di giocarsela in Coppa Italia, dove la Dea è in corsa comunque, nonostante lo 0-1, per conquistare la finale, non è molto diverso da quanto fatto dalle altre squadre, tra cui anche il Napoli, in altre competizioni. Sarri non ha forse scelto di fare turn-over, ad esempio, nella sfida di andata contro il Lipsia? Avrebbe forse potuto pensare diversamente, dato il valore tecnico della rosa del Napoli. Invece è stata fatta una scelta, chiara e rispettabile seppur discutibile. Ma ognuno si regola, o si dovrebbe regolare, in base alle proprie possibilità. Allora è evidente che si debba discutere, ma su altro. In primis sulla scarsa appetibilità che ha il campionato italiano nel proporre sfide tra due squadre chiaramente impari.

Si evitino solite e futili polemiche dicevamo, sia perché tali restano, sia perché, soprattutto a Napoli, non se ne ha più bisogno. Da un lato meglio far tacere i detrattori, dall’altro meglio far quadrato e pensare a se stessi. Stringersi e fare gruppo, approfittando della sorte per portarsi momentaneamente a più quattro punti. Il Napoli ed i suoi tifosi sicuramente non hanno bisogno di una mentalità che, anni addietro, veniva definita “provinciale”. Ecco, proprio perché quegli anni sono lontani e passi in avanti sono stati fatti, meglio tacere e pensare a sé. Si è una grande squadra anche su questi aspetti. Il silenzio, in certi casi, è oro. Le risposte si danno, e si devono dare, altrove.

GENNARO DONNARUMMA

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