Alfonso Pinto, quando il pugilato sposa il calcio. L’intervista di SpazioNapoli al campione olimpico

Grande entusiasmo questa mattina al Parco Carolina di Torre Annunziata, dove in compagnia dell’ex campione azzurro Antonio Careca, ha avuto luogo uno stage per ragazzi nati tra il 2003 ed il 2009. L’evento, ideato e organizzato dalla VieSse Sport (di Vincenzo Raiola e Stefano Cirillo), rientra nell’ambito delle iniziative di presentazione del “Progetto Gym”.

Fra i presenti, il campione olimpico di pugilato Alfonso Pinto, nativo di Torre Annunziata. Pinto ha vinto, nella categoria dei pesi mosca leggeri, la medaglia d’argento agli europei di pugilato di Pola 2004, conquistando il diritto di partecipare alle olimpiadi di Atene 2004 in rappresentanza dell’Italia, e di Plovdiv 2006. Il pugile campano partecipa al “Progetto Gym“, nel dettaglio, sviluppando un matrimonio di discipline fra calcio e pugilato. Ecco l’intervista in esclusiva ai microfoni di SpazioNapoli:

Cosa significa per lei trovarsi in un contesto diverso dal solito, come il calcio?

“Anche se sembra essere una disciplina diversa, è molto simile al calcio. Per me tutte le scuole calcio oggi dovrebbero affrontare il problema della coordinazione, ed il pugilato è lo sport più coordinato del mondo. Tra i calciatori, anche professionisti, non c’è ancora questa cosa. Stefano Cirillo è sempre un passo avanti gli altri, è un lavoro che faceva già da anni. Pochissime squadre professionistiche usano questa modalità di allenamento. Sincronizzare braccia e gambe nello stesso momento, può rivelarsi un esercizio di massima coordinazione, su cui in pochi possono contare.”

Cosa riesce ad insegnare la sua disciplina,che valori riesce a trasmettere a chi la approccia?

“Io vengo da un quartiere malfamato di Torre Annunziata, già nel 1995 sono andato via a malincuore, conquistando il primo titolo italiano. Poi altri 13, nel 2004 la soddisfazione del premio olimpico. Può essere uno sport molto individuale, ma rimane un gioco di squadra. Credo che calcio e pugilato sia un connubio perfetto, si è perso anche troppo tempo per far incontrare queste due discipline. Ho avuto la fortuna di confrontarmi con Careca, che è d’accordissimo nello sposare questo matrimonio di discipline.”

“Adesso è cambiato anche il calcio, Careca questo ci diceva ieri in conferenza: è cambiata la difesa, i tempi d’allenamento. Ora serve molta più velocità e rapidità, gli allenamenti di pugilato aiutano tantissimo i calciatori. Ad esempio, stando sugli avanpiedi, se trovi un difensore che ti aspetta con i talloni a terra, si riesce a muoversi più velocemente rispetto gli avversari, hai un solo movimento da fare, non due. Ed è quel mezzo secondo che può fare la differenza. Sono Aspetti poco considerati e conosciuti, se non da persone come Stefano Cirillo, che studia costantemente ed è professore nel campo. Era tanto tempo che desiderava portare avanti questo progetto.

Noi abbiamo una palestra dove io affianco Biagio Zurlo, un grande maestro. E’ una zona malfamata di Torre Annunziata, i ragazzi vengono a far pugilato trovando sfogo sui sacchi. Il talento poi lo trovi in strada, non è il classico “figlio di papa”. Chi ha fame può andare avanti.”

Dal nostro inviato Gennaro Donnarumma.

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