Le pagelle di Napoli-Dinamo Kiev: Insigne non è (ancora) tornato! Diawara, giornata no. Bene Koulibaly e Hysaj

Reina 6: Ordinaria amministrazione. La Dinamo è legna e lotta, ma nei primi 45 di gioco non punge il portiere spagnolo. Che se ne sta lì, a cavicchiarsela senza mai sporcare i guantoni. Graziato dalla pochezza offensiva degli ucraini, porta a casa la sufficienza malgrado il brivido in uscita nel finale. Nota positiva la porta inviolata.

Hysaj 6: Il passo si nota, la gamba e la corsa lo portano a spingere sulla sua fascia di competenza. Con moderazione, però. Perché in fondo c’è anche (tanto) da difendere: lui lo fa bene, senza sbavature, complice anche la pochezza offensiva della catena di sinistra ucraina. Che sia tornato, finalmente, il bel difensore ammirato lo scorso anno?

Albiol 5,5: Il rientro è una manna dal cielo e farà sorridere Sarri e i tifosi. Il tempo per rientrare in forma abbonda: oggi, ad esempio, si è dimostrato carente in alcune circostanze. Poco in anticipo, pochissimo in fase d’impostazione. Rimandato in attesa di sfoggiare un sorriso meritato per il suo rientro.

Koulibaly 6,5: In un periodo positivo, come dimostrato ad Udine e confermato stasera. Cerca sempre l’anticipo, sovente lo trova. Risulta, in fin dei conti, il migliore della retroguardia: il Kalidou furioso si avventa sugli avversari con foga. Tanta, forse troppa: spende il cartellino giallo per rattoppare una situazione complessa.

Ghoulam 5,5: In attacco si nota più del collega Hysaj. Cerca il cross e la giocata dalla bandiera, sperando in una preghiera che si tramuti in guizzo. Nulla di fatto. In fase difensiva soffre moderatamente: la Dinamo cerca il palleggio nella sua zona di competenza e lui non sempre copre con i tempi giusti.

Zielinski 5,5: La voglia di spaccare il mondo a 22 anni è tanta. In ogni circostanza della vita. Sul campo di calcio Zielinski la sfoggia nella sua interezza e nella sua purezza genuina. Quella caratteristica che, in fin dei conti, lo porta ad essere troppo irruento, falloso, talvolta impreciso. Eccolo, lo specchio della gara con la Dinamo: uno schermo in cui guardarsi per correggere gli errori. L’eclissi nel finale, poi, non gli giova per nulla. (Dal 78′ Allan s.v.)

Diawara 5 L’emozione e il peso dell’età, forse. Anzi, sicuramente. Perché questo ’97 di qualità ne ha da vendere e qualcosa ha già fatto intravedere. Il meglio, per ora, lo conserva. Contro la Dinamo sbaglia tanto: notevole la quantità di palloni sprecati dall’ex regista del Bologna. Il tempo è dalla sua, Sarri e i tifosi anche. Questa prestazione, però, può insegnargli tanto.

Hamsik 6: Il capitano si arrangia come può, si fa vedere e cerca la giocata: impegna Rudko in una circostanza. Sbaglia tanto, ma il moto d’orgoglio c’è.

Callejòn 6: Si muove tanto, tantissimo, con la generosità dei tempi migliori. La lucidità, però, non è la stessa, frutto forse della stanchezza. Titolare inamovibile, avrebbe bisogno di far parte delle rotazioni inevitabili.

Mertens 5,5: In avvio sciupa due ottime palle goal. Eppure si muove bene, sfila spesso alle spalle di una difesa avversaria altissima. Quando poi la Dinamo abbassa il proprio baricentro, iniziano i dolori: il movimento senza palla inizia a scarseggiare, la verve creativa idem. Tornando sulla sua fascia di competenza, tenta un moto d’orgoglio che produce una conclusione larga. (Dall’85’ Giaccherini s.v.)

Insigne 5: Fumo negli occhi in quel di Udine. O forse l’illusione è quella di stasera. La verità, forse, sta nel mezzo: Insigne non è tornato del tutto, ma magari tornerà. Quella con la Dinamo Kiev non è stata una prestazione brillante: questa, per ora, è l’unica sentenza. Lorenzo tenta il guizzo, si muove poco e male, termina spesso in fuorigioco. E quando ha la grande occasione di servire Callejòn nello spazio, la spreca con una conclusione debole. Rudko ringrazia. (Dal 66′ Gabbiadini 6: Due conclusioni bastano per spaventare l’estremo difensore avversario e far sperare il San Paolo nella riscossa. Da tenere in considerazione per i prossimi impegni).

Sarri 5,5: “Il nostro gioco non è mai morto”, aveva detto prima della partita. Eppure in campo il suo Napoli è quasi irriconoscibile, nel primo tempo lascia il pallino del gioco in mano all’avversario (novità). Gli errori di misura sono tanti, talvolta da mani nei capelli. Che sia arrivata l’ora di cambiare qualcosa nel modo di pensare?

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