Irrefrenabile Higuain: eguaglia Cavani, supera se stesso, risponde alla Juve. È lui il re di Napoli

“Di tutte le cose, l’unica certa è il dubbio”. Bertolt Brecht ne era convinto, peccato che non sia vissuto abbastanza per vedere un certo Gonzalo Higuain: uno, per capirci, che i dubbi li spazza via a suon di calci e, soprattutto, gol. Gli aggettivi, da tempo immemore ormai, si sono esauriti. Immenso, strepitoso, sublime: pura poesia in movimento, arte, con un pallone attaccato ai piedi, il tutto danzando sui campi di calcio. Armonia, perfezione: ci siamo vicini, sempre più. Ventinove sigilli in campionato, trentuno totali, per un attaccante che ha superato le stesse leggi della fisica: nessuno lo ferma, è più forte delle mura, più forte della sfortuna e del destino. Il nove del Napoli, in stagione di grazia, sta bene di corpo e soprattutto di testa: quest’anno impeccabile, meraviglioso, uno spettacolo per gli occhi, per tutti i cinque sensi. Appagante: in una sola parola il calcio, il centravanti di ruolo più forte al mondo.

Aveva bisogno di qualcosa, il Pipita: di quella scintilla scoccata del tutto, di quel legame con città e tifosi che c’era ma non era così profondo. Di quella serenità con i suoi ambienti che ora è stata raggiunta. Perché Higuain ha capito cos’è Napoli, cosa è il Napoli. Lo ha dimostrato, con ventinove reti, ventinove sinfonie tutte diverse ed ognuna bella a modo suo, in trenta partite: in mezzo prestazioni da centrocampista aggiunto, leader incontrastabile del gruppo, uomo-squadra per eccellenza. Non ha eguali. Ha raggiunto Cavani per numero di gol in un singolo campionato di Serie A e, all’orizzonte, ci sono altre otto gare per superare e stabilire un nuovo record. Higuain nella storia del Napoli, da buon argentino, come il più grande di tutti, come se fosse una scelta del destino.

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Poi aveva bisogno di qualcuno, calcisticamente parlando. Maurizio Sarri è stato un padre, dentro e fuori dal campo. Perché gli ha fatto capire che dietro ad un calciatore c’era il campione e Gonzalo ha trovato ciò di cui aveva bisogno. Più di Capello, più di Pellegrini. Perché l’Higuain versione “blancos” è solo un ricordo, seppur bello. Questo Higuain, oggi napoletano, ha fatto di più, si è superato. Trentuno realizzazioni totali, come mai prima d’ora. Il Napoli, con lui, risponde alla Juve, nel giorno in cui un grandissimo come Gigi Buffon stabilisce il record di imbattibilità, scalzando Sebastiano Rossi. Scherzi del destino anche questi, forse, eppure la risposta arriva non solo sul campo ma anche in questi piccoli dettagli, con una squadra consapevole della sua forza e delle sue possibilità in ottica scudetto. La Juve viaggia, come un cannibale, non inciampa. Ma tutto può succedere e con un Higuain così non si ha un vantaggio, si è semplicemente in vantaggio.

Poi c’è quella voglia di non fermarsi mai: perché dal 1950 sono passati tanti anni e le trentacinque reti di Gunnar Nordahl sono lì. Poi tutti gli altri attaccanti di Serie A, perché trentuno reti le ha realizzate solo Luca Toni, nell’età contemporanea. Higuain che supera Higuain, che storia fantastica. Il tutto in un contesto di squadra eccezionale, capace di esaltare le doti dei singoli e di un gruppo che sta facendo cose straordinarie con le armi giuste. Già, le armi: perché otto partite alla fine saranno battaglie da vincere con le unghie e con i denti, a tutti i costi. Un Higuain così, nella rincorsa alla Juventus, è quell'”in più” di cui ha bisogno il Napoli. Fermarsi? Chi lo fa, è perduto. Lo sa, Gonzalo. Lo sa troppo bene. Napoli ai suoi piedi, il San Paolo ad osannarlo. Nel Napoli ci sarà sempre un solo Dio, ma sul re, non ci sono dubbi.

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