Benitez e i calciatori non hanno preso bene il ritiro, poi ci sono le colpe del club. Ma ora il bene del Napoli sopra ogni cosa

Intervenendo ieri a Radio Kiss Kiss (clicca qui per l’intervista), Aurelio De Laurentiis ha spiegato come il ritiro non debba essere visto come una punizione, ma come un momento di unione tra i calciatori, che devono capire cosa non va per invertire il cammino negativo intrapreso dal Napoli da un mese e mezzo a questa parte.

MALUMORE – Eppure sia i giocatori che Benitez non sembrano aver preso bene la decisione del presidente. L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport parla di un ritiro che si sta svolgendo controvoglia. D’altronde proprio il tecnico spagnolo aveva inaugurato un corso più “libertino” da quando è a Napoli: rari i ritiri anche prima delle partite. Un modo anche per responsabilizzare la squadra, che evidentemente però non è stato colto. E così gli strali di De Laurentiis hanno colpito tutti.

PECCHE IN SOCIETÀ – Il patron partenopeo ha parlato, dopo la partita con la Lazio, delle distrazioni con le quali questa città può attrarre i giocatori. Non l’ha detto chiaramente, ma è ovvio che il presidente si riferisse ad episodi di cui è venuto a conoscenza e che non gli sono piaciuti per niente. Il problema però sembra essere a monte: il Napoli, come club, ha una struttura societaria incompleta, che non prevede nei propri quadri un dirigente in grado di monitorare la squadra non solo per quanto riguarda le faccende di campo. Fin quando le cose andavano bene, nessuno ne parlava. Poi la sfuriata di De Laurentiis ha aperto un fronte che ora sta dando adito a mille congetture. Per questo tutti in ritiro, anche controvoglia. Perchè il bene del Napoli è superiore a qualsiasi cosa.

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano

 

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