La confessione choc del bomber italiano: “Lasciai la squadra perché temevo di avere l’AIDS”

Una storia particolare la sua. È uno dei calciatori italiani più riconosciuti, famosi ed apprezzati nel Regno Unito dove si mise fortemente in luce nella stagione 1997-1998. Parliamo di Marco Negri, attaccante milanese nato nel 1970 e, dopo un mare di esperienze in Italia, alle soglie degli anni 2000 trovò la fortuna in Scozia, con la maglia dei Rangers, con la quale divenne capocannoniere nel 1998.

32 gol in 30 presenze per lui e terzo calciatore italiano di sempre ad imporsi trai cannonieri di un campionato estero. Dopo l’apice, però, un lento declino, dettato anche da numerosi problemi fisici. Proprio di questo, Marco Negri ha parlato in esclusiva al Daily Record, rivelando particolari finora nascosti e mai celati.

“Ho lasciato i Rangers perché temevo di avere l’AIDS, mollai tutti e tornai in Italia”. Questa la sua confessione, ma andiamo per gradi.

Era il 13 novembre del 2000, l’ultima volta in cui l’ex Perugia ha indossato la maglia de Rangers. Partita della squadra riserve contro l’Aberdeen, un gol nel primo tempo per lui poi il terrore nella ripresa. Grave infortunio alla gamba, parastinchi in frantumi, calza rotte, dolore lancinante e perdita di sangue. Nulla di rotto, per fortuna, solo una ferita piuttosto profonda. Dopo quel giorno, settimane di cure di antibiotici, ossigeno e camera iperbarica. Dopo un mese, il problema e la preoccupante ferita sembrano risolti. Ancora una partita con le riserve, ancora un colpo, ancora paura, ancora analisi.

Dalle ultime analisi la sconcertante scoperta: le proprietà del sangue erano simili a quelle di un paziente effetto da AIDS. “Non avevo nemmeno preso in considerazione la possibilità di essere HIV positivo, ma la dura realtà era lì davanti a me nella relazione medico, ed era difficile da ignorare e digerire.”

Da lì la repentina scelta di tornare in Italia, mollando tutto in Scozia. Per fortuna i test effettuati a Bologna scongiurarono tutto, sconfessando la prima disgnosi fatta in terra scozzese. Frattura da stress dell’asse tibiale del ginocchio. Ulteriori test, determinarono che il suo sangue stesse bene e che non c’era bisogno di trattamenti invasivi. La carriera oltremanica era ormai perduta, ma l’attaccante aveva ricevuto la notizia più bella.

Questa la storia di Marco Negri, raccontata a chiare lettere per la prima volta al Daily Record.

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