Benedetta la pausa, evviva la pausa!

Manca oramai poco alla fine, due mesi, quelli decisivi, quelli che segnano il limite tra il trionfo ed il fallimento. Con l’ultima pausa per le nazionali, prima delle vacanze estive, è arrivato il tempo di bilanci. A Napoli, il bicchiere lo si può vedere in due modi: è mezzo pieno se si considera che gli azzurri – unici in Italia insieme a Juventus e Fiorentina – sono ancora in competizione su tre fronti; è mezzo vuoto se si guarda all’andamento di queste ultime partite, che hanno consegnato alla ribalta il fantasma di quella che dovrebbe essere una grande squadra in lotta per onorevolissimi obiettivi.

A Marzo, sotto il Vesuvio, si è spenta completamente la luce. Punti persi, partite sciupate e tante ma tante brutte figure, ad iniziare da quel maledetto 0 – 3 di Palermo che ha aperto una striscia, ancora non interrotta, di tre sconfitte consecutive in trasferta. La cavalcata che doveva portare ad acciuffare il secondo posto a mani basse, si è trasformata in una Caporetto che ha inclinato, e non di poco, i piani di Benitez.

Proprio Benitez forse è quello che più di tutti starà benedicendo queste due settimane di stop al campionato. I risultati negativi hanno sicuramente abbassato un morale, che era alle stelle da Dicembre, dopo la vittoria in Supercoppa; ma lui non solo non è riuscito a ridare nuova linfa vitale al gruppo, ma è stato anche protagonista di un nervosismo fino ad ora inedito, che ha compromesso ancor di più le cose. Mai, infatti, si era visto lo spagnolo cupo in volto, di ghiaccio con la stampa e critico al massimo verso i giocatori.

La colpa sia ben chiara non è soltanto la sua. A scendere in campo, in fin dei conti, sono sempre proprio i giocatori. Tanti di questi, in questa striscia negativa, hanno dimostrato di non essere ancora da Napoli ed anche da chi ci si aspettava quel qualcosa in più, è arrivata una cocente delusione. Callejon, ad esempio, è l’effigie di se stesso, una controfigura che ultimamente scende in campo per collezionare costanti prestazioni negative. Il gol latita, la velocità non è più quella di settembre ed ottobre, e la fantasia è assente ingiustificata. Se aggiungiamo, a tutto questo, il resto del quadro, composto da David Lopez, Ghoulam, Henrique e via dicendo; allora forse, riusciamo a capire tutti i perché della crisi.

Non ci fossero stati Higuain e Gabbiadini, probabilmente, il Napoli in questo momento starebbe iniziando a leccarsi le ferite di una stagione a dir poco fallimentare. Però, nel momento del bisogno, proprio questi due attaccanti sono riusciti a prendere per mano la squadra e sono riusciti a salvare il salvabile. Se il secondo posto non è lontano e dista solo sei punti, se si è in semifinale di Coppa Italia con buone prospettive su Roma e se si sono raggiunti i quarti di Europa League, buona parte del merito è loro e proprio da loro bisogna ripartire.

La pausa può e deve essere una occasione da non perdere per gli azzurri. Basta soltanto ricordare che già lo scorso autunno lo stop del campionato ha aiutato e non poco i partenopei. L’inizio di settembre non fu assolutamente semplice, quando arrivarono due sconfitte clamorose e consecutive contro Udinese e Chievo. Ad ottobre, dalla gara contro l’Inter, approfittando di quelle due settimane di riflessione e lavoro, la musica cambiò e partì la marcia che ha portato sino a Doha.

Ora il percorso deve essere similare. Alle porte c’è la maxisfida contro la Roma, l’ultima spiaggia in campionato per cercare di agguantare la Champions. Una sconfitta, costringerebbe Benitez a puntare tutto sull’Europa League, con lo svantaggio che lì si decide tutto in un istante, in un secondo. Per questo motivo, non si può abbandonare la lotta a secondo e terzo posto. Nella sfortuna di vivere una crisi, il Napoli ha la fortuna di essere riuscito a galleggiare, ora bisogna solo ritornare a nuotare ed anche forte. La pausa può aiutare, ma quello che deve cambiare sta tutto nella mente e nelle gambe di giocatori ed allenatore.

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