Bentegodi come San Siro, cronache di un film già visto. Ma esiste una via d’uscita

Le inseguitrici non mollano di un centimetro, la Roma cade ancora. L’ultima tranche di sfide della ventisettesima di campionato mostra una coda amara, tanto quanto la cornice domenicale, acuendo a dismisura i postumi della batosta del Bentegodi.

Rimpianti e timori – La Lazio vola sulle ali di un incontenibile Felipe Anderson, tra i talenti più cristallini dell’intero campionato. Archiviata la pratica Torino con la quinta vittoria consecutiva e completato il sorpasso al Napoli, più tre in classifica, e fiato sul collo dei giallorossi di Garcia; cambio di passo che alla truppa di Benitez è ancora mancato. Roma che dichiara aperta una crisi profondissima, cadendo all’Olimpico sotto i colpi di una Sampdoria coriacea, compatta, che dopo aver assemblato i nuovi tasselli regalati a gennaio dal patron Ferrero ha ripreso una marcia di spessore, portandosi ad una sola distanza dai partenopei. Identica classifica per la Fiorentina di Montella, che al netto di un turn over scientifico supera di slancio il Milan e manda in soffitta la batosta della scorsa settimana contro gli uomini di Pioli.

Film già visto –  Roma 50, Lazio 49, Napoli 46, Fiorentina 45, Sampdoria 45. Classifica cortissima disegnata da un Napoli che in campionato è apparso in affanno, a corto di fiato. Quattro punti nelle ultime cinque gare, che hanno permesso alle concorrenti di avvicinarsi e, nel caso dei biancocelesti, di effettuare un balzo in classifica un mese fa difficilmente immaginabile. L’impotenza, le immani difficoltà mostrate dagli azzurri a Verona portano in dote una sensazione di deja vu, impossibile non ritornare ad un’altra fase critica della stagione in corso. Quindicesima giornata. 14 dicembre, Napoli di scena a San Siro contro gli uomini di Inzaghi. Anche in quel caso due cazzotti in pieno volto agli inizi di primo e secondo tempo, prima Menez e poi Bonaventura, partenopei in bambola, mai in grado di reagire. Due a zero e testa bassa, l’apice di una mini crisi, tre punti in quattro gare, in evidenza i pareggi casalinghi contro Empoli e Cagliari. Classifica eloquente quella con cui gli azzurri si apprestavano a ricevere il Parma per poi dirigersi a Doha per la finale di Supercoppa:  Roma 35, Lazio 26, Sampdoria 26, Genoa 26, Milan 24, Napoli 24, Fiorentina 23. 

Mosca come Doha – La storia di questa stagione racconta un dato inconfutabile: ad eccezione della dispotica dittatura in vetta marcata Juventus non esistono certezze. Costanza di risultati e stato di forma brillante sono la chiave per incanalare la classifica sui giusti binari. Gestire tre competizioni dopo aver già disputato oltre 40 partite a metà marzo, dopo aver cominciato la stagione prima di tutti, nell’annata post mondiale, non è cosa da poco. Per Benitez ed il suo gruppo esiste una chiave di volta, compattarsi come nel post Milan, come a metà dicembre scorso, strappare il pass per i quarti di Europa League a Mosca e regolare in casa l’Atalanta nel posticipo di domenica. Arrivare alla sosta con spirito rinfrancato, recuperando a pieno giocatori importanti: Insigne, Zuniga, Koulibaly, Gargano, Strinic, garantendogli una mini preparazione. Un unico obiettivo: l’appuntamento del 4 aprile all’Olimpico contro la Roma, crocevia di un’annata altalenante, ma per nulla, ad ora, compromessa.

Edoardo Brancaccio

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