L’importanza che non ti aspetti, uscito Britos retroguardia in affanno

Il percorso in azzurro di Miguel Angel Britos non è stato certo dei più semplici, un gravissimo infortunio agli esordi nel trofeo Gamper contro il Barcellona, da lì una serie di stagioni tutt’altro che impeccabili, l’uruguagio non ha fatto breccia nel cuore dei tifosi sebbene abbia sempre goduto della stima dei suoi tecnici, prima Mazzarri(che l’aveva fortemente voluto) e poi Benitez.

Stima, quella riposta dal tecnico spagnolo, dimostrata dal nuovo ruolo cucito sulle spalle del difensore uruguagio che quest’anno è stato provato da Benitez nell’inedita posizione di esterno mancino. Necessità di equilibri, unita alla forte fisicità che l’ex allenatore di Liverpool e Valencia ha sempre gradito nei suoi difensori, i motivi. Dopo le prime incertezze e nonostante i suoi difetti Britos è riuscito a guadagnarsi il proprio spazio sull’out sinistro garantendo equilibrio, solidità, una particolare copertura, lasciando le velleità offensive all’altro esterno della difesa partenopea.

C’è un motivo se Benitez aveva scelto proprio lui per la sfida di San Siro, chiedendogli di stringere i denti fino a un quarto d’ora dalla fine. Il gioco sugli esterni di Mazzarri praticamente imbrigliato, riducendo al minimo i pericoli dalle fasce. Le noie muscolari l’hanno costretto ad uscire al ’75 ed il subentrato Ghoulam non è riuscito a garantire il medesimo risultato, specchio palese i folli 10 minuti finali dove la retroguardia partenopea ha barcollato a più riprese.

Britos insomma molto più di una seconda scelta, la sfida di San Siro ha detto anche questo.

Edoardo Brancaccio

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