L’aspetto fisico ha un’attenuante, quello psicologico no: al San Mamés come a Stamford Bridge, dov’è la crescita?

Al di là delle considerazioni sul mercato, tutte legittime ma per certi versi avulse dal contesto in cui il Napoli è stato eliminato, vedendo gli azzurri in campo al San Mamés più di un dubbio ha assalito i tifosi partenopei.

CONDIZIONE FISICA – Il primo è relativo alla tenuta fisica: la squadra di Benitez è sembrata ancora lontana da uno stato di forma convincente. I giocatori dell’Athletic, che tecnicamente – e lo diciamo senza paura di essere smentiti – sono inferiori a quelli azzurri, hanno corso per 180 minuti e passa, arrivando spesso primi sul pallone e denotando una carica agonistica nettamente superiore. Eppure una piccola lancia in favore del tecnico spagnolo la si può spezzare: il Napoli ha avuto numerosi giocatori impegnati ai Mondiali, il loro rientro a scaglioni non ha di certo aiutato ad avere una condizione fisica omogenea. E’ uno dei motivi che ha spinto Benitez a mandare in campo Walter Gargano: l’uruguaiano, per la sua conformazione fisica, è uno di quelli che entrano subito in forma. Contro l’Athletic Bilbao però, sarebbe servito altro. Elementare.

ASPETTO PSICOLOGICO – Uno dei capi d’accusa che veniva spesso mosso al Napoli di Mazzarri era quello di mancare di personalità nei momenti clou, negli attimi in cui la squadra era chiamata al salto di qualità: tutti ricordano la partita di Londra con il Chelsea, dove gli azzurri furono eliminati – al di là della prestazione tecnica – per i loro limiti mentali, per non aver saputo sopportare la pressione di uno stadio come Stamford Bridge, con le tribune a ridosso del campo e di una squadra – quella allenata all’epoca da Di Matteo – che nei tempi supplementari mise all’angolo gli azzurri. Un po’ quello che è successo ieri sera al San Mamés: il Napoli ha tenuto botta finchè ha retto fisicamente e psicologicamente. Il gol di Hamsik ha sparigliato le carte in tavola al Bilbao, che si è gettato in avanti alla disperata ricerca del pari. Trovato grazie all’ennesimo errore difensivo azzurro: blocco su Britos, Maggio si perde Aduriz che tutto solo davanti la porta infila Rafael. A quel punto, una squadra con gli attributi ha due scelte davanti: provare a segnare il secondo gol – che significherebbe qualificazione – o gestire la gara, portandola ai supplementari. Il Napoli ha imboccato la strada peggiore: altre due disattenzioni difensive, la prima clamorosa, la seconda coadiuvata dall’errore arbitrale, e si è fatto del male da solo. Le parole di Maggio in questo senso sono emblematiche: “Fino al primo gol incassato abbiamo fatto una buona gara, poi ci siamo abbattuti”. Perchè? E’ questa la domanda che bisognerebbe fare a Benitez.

 

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