La Procura di Napoli indaga, papà Sartucci: “L’accoltellamento di mio figlio potrebbe non avere un movente sportivo”

La fuga da Napoli ed il mistero, che in queste ore avvolge il ferimento di un giovane romanista che aveva trovato lavoro in un importante hotel napoletano, il Romeo, in via Cristoforo Colombo, di fronte al porto. Federico Sartucci, l’addetto alle cucine aggredito ed offeso presumibilmente per le sue origini capitoline nella notte di sabato, è ancora sotto choc. Sartucci ha lasciato Napoli, non vuole parlare di quei frangenti(analoga disposizione sarebbe stata data ai dipendenti dell’albergo da parte
dei dirigenti della struttura).

«Mio figlio non conosceva il suo aggressore, ci sono degli
accertamenti in corso. È sotto choc, ora ha paura»
rivela al
telefono il papà del 25enne tifoso della Roma. Poca voglia di parlare, tanta amarezza. Ed un invito, quasi stizzito, ad abbassare i toni, dopo l’ipotesi di un collegamento tra il ferimento del ragazzo ed una vendetta per la scomparsa di Ciro Esposito, il tifoso azzurro ferito a morte lo scorso 3 maggio con
una pistolettata prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, della quale è accusato l’ex ultrà della Roma
Daniele De Santis.

«Per favore, la situazione è complicata, non bisogna alimentare
altra tensione – l’appello del padre del 25enne – Quello che è accaduto a mio figlio poteva accadere a chiunque. Non è questione di Roma o Napoli. Escludo però che l’episodio possa essere
collegato al mondo del calcio». Chi è stato dunque ad accoltellare
Sartucci? Forse un cane sciolto, di sicuro non un ultrà, ragiona la polizia. Il fendente al gluteo durante il weekend ed il verbale redatto dagli uomini in divisa, è però finito nelle mani della Digos della questura di Napoli per quel Daspo di cui tre anni fa il
ragazzo risultò destinatario. Tafferugli tra tifosi che costarono al romanista l’allontanamento dagli stadi: vecchie storie non rilevanti ai fini dell’inchiesta.

Tra le piste privilegiate emerge invece una punizione per il lavoro nel lussuoso albergo di Napoli, uno dei più in vista (aveva ospitato Diego Armando Maradona nel suo ultimo soggiorno in
città ed emiri che avevano organizzato una gara di offshore),
accettato appena dieci giorni prima del raid. Quell’offesa “sporcoromano”, assieme agli altri epiteti
affibbiati da giallorossi e supporter azzurri sul web (Twitter
e Facebook in primis), è stata corroborata da un invito a sloggiare da Napoli. Forse l’intenzione di qualcuno ad allontanare dal capoluogo campano Sartucci. Perché? Rancori, ruggini lavorative, oppure l’odio: quello che sui social network sfocia in minacce, e su cui adesso indaga anche la procura partenopea.

FONTE Il Mattino

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