Focus portieri, il Napoli lavora per tenersi stretto Pepe Reina

Porte aperte: perché è cosi che va. E quando il mercato non è ancora (ufficialmente) cominciato, e l’orizzonte è una nube nella quale si nasconde la verità, val la pena di starsene sulla riva e aspettare, lasciando spalancata qualsiasi possibilità. Rafael, Reina, Andujar e poi altro ancora: c’è un universo in cui spaziare, per cautelarsi; ci sono piani alternativi che restano avvolti nel mistero più fitto; e poi ci sono anche certezze, dubbi, risposte da regalarsi.

Il Pepe. La solennità del ruolo è indiscutibilmente nelle mani d’un leader divenuto poi idolo, perché il Reina napoletano ha impiegato pochissimo, con quella sua espressione scanzonata, ad impossessarsi del san Paolo, a farlo suo, ghermendolo con una personalità straripante: il cavillo, per così dire, è chiaramente di carattere economico e riguarda la politica societaria, il budget e l’opportunità di investimento per un numero uno che, fatalmente, si prende la scena. La valutazione è complessiva, danza intorno a quei 5,2 milioni di sterline che il Liverpool reclama per liberare lo spagnolo, ma anche sulla scelta strategica che poi si fa sul ruolo: perché avere Reina significa (significherebbe), mollare Rafael, ipotesi poc’esaltante.

Il contratto. Però la tentazione di riaprire la competizione è viva e comporta riflessioni che costringono pure a fare i conti: il riacquisto dal Liverpool è di entità rilevante (e si può cercare di ottenere lo sconto), ma prim’ancora di farsi una passeggiata ad Anfield, val la pena d’accomodarsi con il manager del portiere e capire se ci sono i margini per trasformare quel biennale garantito dai reds in un triennale di pari cifra.

Il baby. C’è un’onda verde che potrebbe essere cavalcata, perché quest’anno ha lasciato tracce sul bagnasciuga della serie B: Luigi Sepe ha smesso da un bel po’ di essere un bambino, ha appena compiuto ventitré anni, ha avuto modo di farsi le ossa prima al Pisa e poi al Lanciano, di sfidare le vertigini dell’alta classifica, di misurarsi con lo stress da prestazione. E’ un napoletano (di Torre del Greco) con la valigia, che però può essere riempita per tornarsene a casa: la tentazione di tenerlo con sé, nel caso in cui si profili il divorzio da Reina, è nel ventaglio d’opzioni che riempiono il data-base; altrimenti, com’è inevitabile che accada, gli verrà cercata una squadra che ne completi il percorso di maturazione.

Osservatorio. L’organizzazione suggerisce le larghe vedute, per non trovarsi eventualmente a fronteggiare l’emergenza: un’occhiata in Spagna, per la precisione al Levante, ha suggerito di annotare il nome del costaricano Keyloro Navas (27), un nome in più nell’agenda ed una idea da tener lì pronta per l’uso, nel caso in cui le combinazioni dell’estate non costringano ad intervenire in una maniera diversa. Il mercato è una terribile insidia a cielo sempre aperto.

Il vice c’è. E comunque il lavoro è stato portato avanti, nel gennaio scorso, con l’acquisto di Mariano Andujar (31 a luglio), roso nell’orgoglio dall’esperienza infelice al Catania ed però ora fiero d’essere entrato nel listone dei trenta dell’Argentina che possono pensare al Mondiale: il vice – o comunque uno della terna – è lui, che ha l’età per sopportare il ruolo di subalterno, che ha i numeri ideali per garantire la sicurezza nel caso in cui riscoppi l’«epidemia» come capitato in questi nove mesi ormai alle spalle.

Fonte: Corriere dello Sport

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