Allenatore e rosa, questione di modulo o di interpreti?

Il mercato ormai si avvicina sempre più prepotentemente ed è tempo di fare alcune considerazioni in casa Napoli su cosa porterà la sessione estiva di acquisti e cessioni. L’imperativo è migliorare ancor di più una rosa già molto buona e competitiva, cercando di donare qualità assoluta anche al centrocampo ed alla difesa, mantenendo sempre i principi cardine del progetto targato Benitez e De Laurentiis. Sin prisa y sin pausa insomma, non deludendo le altissime aspettative dei tifosi che per il prossimo anno vorrebbero il tanto agognato tricolore sulle proprie maglie.

Per far sì che ciò non resti una mera illusione o utopia, è necessario agire in maniera mirata, con cessioni ed acquisti che possano fare la differenza. Come dichiarato ieri da Bigon, il club ha le idee chiare: non solo top player e nomi altisonanti ma giocatori che possano esprimere al meglio il modulo di Benitez e la sua idea di gioco, non snaturandosi, crescendo e dando il massimo per l’azzurro. Ecco qui che scatta la prima considerazione: in particolar modo al primo anno di un tecnico in una squadra, è lui che deve adattarsi ai giocatori che ha ed alla loro natura tattica o è il trainer a modularli in base alle sue esigenze? Teoricamente sarebbe il mister a decidere, utilizzando e cercando di acquistare i migliori uomini interpreti della sua idea. Ma spesso non è così.

E’ notizia di qualche giorno fa infatti, il “malumore tattico” di Lorenzo Insigne, riportato dal suo procuratore Fabio Andreotti. Lo scugnizzo partenopeo è stato preso ad esempio di una serie di giocatori partenopei che, con un diverso assetto in campo, avrebbero potuto dare molto di più in questa stagione. Tra questi anche Hamsik, in difficoltà nel ripiegare e spostato lontano dalla punta centrale, così come Behrami mai a suo agio in un centrocampo a due con una fase di impostazione che non gli appartiene. A parte lo svizzero, i due giocatori di riferimento sono parti centrali del progetto partenopeo, che comunque continuerà con Benitez.

Arrivati a ciò, come risolvere lo spinoso caso? La soluzione può essere una certa duttilità tattica che spesso nel corso della stagione lo spagnolo ha provato, seppur in maniera poco drastica e morbida. Con un altra grande sessione di mercato a disposizione, sicuramente si acquisteranno pedine già pronte ad interpretare al meglio le idee dello stesso Benitez, senza doversi troppo snaturare, adattandosi all’occorrenza così come fatto da Mesto, Henrique o le stesse ali, che hanno imparato anche la fase difensiva. Allora, ogni malumore non sarà più tollerabile: è il tecnico che decide cosa è meglio per squadra e giocatore, è il tecnico che sa come prendere da ogni sua pedina ciò che serve e ciò che basta per ottenere insieme grandissimi risultati.

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