Road to Rio – La Nazionale svizzera outsider ambiziosa, con un’ossatura a forti tinte azzurre

Il Mondiale brasiliano si avvicina a tappe forzate e prosegue la rubrica Road to Rio, la redazione di SpazioNapoli prosegue la sua analisi sulle nazionali che si presenteranno ai nastri di partenza di Brasile 2014 con un occhio di ovvio riguardo alle selezioni che vedranno impiegati gli atleti azzurri. Dopo il Belgio di Dries Mertens (leggi qui) oggi è il turno della Svizzera.

Un guru come guida – “La mia Svizzera non ha limiti” dichiarazioni forti e pretenziose, ma se a parlare è Ottmar Hitzfeld c’è da fidarsi. Il tecnico tedesco è una vera e propria leggenda del calcio europeo, una bacheca che trabocca di titoli e trofei, tra cui spicca il bagliore di due Champions League ed una Coppa Intercontinentale frutto dei successi strepitosi ottenuti tra la fine degli anni 90 e l’inizio del nuovo millennio con Bayern Monaco e Borussia Dortmund. Il C.T tedesco è l’artefice della consacrazione della nazionale rossocrociata, entrata ormai di diritto tra le certezze del calcio europeo, ottava nel Ranking Fifa, e che si appresta a disputare il terzo Mondiale consecutivo. Brasile 2014 sarà l’ultima parentesi di Hitzfield alla guida della selezione elvetica, al termine della competizione lascerà, dopo aver ponderato in maniera particolarmente sofferta, al suo posto Vlado Petkovic.  L’obiettivo della Svizzera è quello di superare il girone, composto da Francia,Ecuador e Honduras, migliorando quindi il risultato del mondiale sudafricano, dove gli elvetici nonostante la vittoria sulla Spagna, gli unici a superare la Roja durante la competizione, si fermarono al primo turno.

4-2-3-1 teutonico – Hitzfield ha plasmato la propria nazionale su un 4-2-3-1 solido, arcigno, ma rapido nel ripartire sfruttando al meglio le doti dei propri giocatori offensivi. In porta l’esperto Diego Benaglio in forza al Wolfsburg è il titolare ma alle sue spalle c’è Sommer che al Basilea è una certezza. Colonna del pacchetto arretrato è Lichtsteiner, elemento imprescindibile della Juventus di Conte, sull’out mancino giostra l’interessantissimo  Ricardo Rodriguez,  classe ’92 di origine cilena che tanti club vorrebbero portare via alla società della VolksWagen. Tra i centrali menzione dovuta per Schar, 22 anni, 186 centimetri, un centrale dal futuro radioso, grande personalità, preciso e puntuale negli interventi, buon anticipo, gran colpo di testa, ed un vizietto del goal per nulla nascosto. A completare il pacchetto difensivo l’esperienza di Djourou, Senderos, Von Bergen, che, va detto, non fanno certo della rapidità il proprio punto di forza.

Mediana partenopea – Elementi imprescindibili del centrocampo elvetico sono i tre svizzeri in forza al Napoli, giocatori che negli anni sia in nazionale che nei club, hanno cementato un feeling unico. Perfettamente complementari, Gokhan Inler è capitano e uomo d’ordine, leader di questa selezione, Valon Behrami è la macchina, parola del suo c.t, tutto dinamismo, cuore e polmoni, tanta legna al servizio dei compagni, uomo in più della mediana rossocrociata. Senza dimenticare Blerim Dzemaili, preziosissimo dall’alto delle sue doti di incursore, e in grado di pescare il fatidico coniglio dal cilindro grazie alle sue qualità balistiche, dote in comune con Inler, suo compagno praticamente da sempre, fin dai titoli in patria con lo Zurigo. In quest’oceano azzurro trapiantato oltre frontiera emergono le doti di Granit Xhaka, un altro giovane prodotto (classe 92) del calcio svizzero, jolly preziosissimo capace di spaziare senza cali di rendimento sia da trequartista che da centrocampista, grazie ad un’intelligenza tattica lodevole, non da poco vista la giovane età, e doti dal grandissimo margine di miglioramento, tant’è che la sua permanenza al Borussia Mönchengladbach è tutt’altro che scontata. Il mondiale potrebbe rappresentare un’ulteriore vetrina in vista di un volo che non tarderà a spiccare. A completare la mediana c’è Gelson Fernandes vecchia conoscenza del calcio italiano attualmente in forza al Friburgo.

Gioventù al potere – Se l’età media si dimostra relativamente bassa in tutti i reparti, il pacchetto offensivo della truppa di Hitzfield è indubbiamente il reparto in cui il lavoro svolto nel settore giovanile mostra i segni più evidenti. Già citato Xhaka, Tranquillo Barnetta, in molti lo ricorderanno suo malgrado per le dichiarazioni di Mourinho, è il veterano fra gli avanti rossocrociati, 29 anni di cui la metà passati a calcare i campi della Bundesliga. Xerdan Shaquiri, 22 anni, viene da due annate non proprio felicissime in Baviera, ma emergere nel Bayern Monaco del triplete prima, e di Guardiola poi, non è semplice per nessuno. Giocatore devastante negli spazi, più volte accostato al Napoli in passato, è indubbiamente il gioiello del pacchetto offensivo elvetico, un giocatore da tenere sott’occhio. Stocker, classe’89, autore di ottime stagioni in un Basilea che in Europa ottiene sempre ottimi risultati, prendessero appunti le società italiane, contende il posto sull’out mancino a Barnetta. Giovanissime le punte a disposizione di Hitzfield dove spicca Josip Drmic, 22 anni, centravanti possente ma rapido, capace di districarsi su tutto il fronte d’attacco all’occorrenza, da poco passato fra le fila del Bayer Leverkusen per una cifra vicina ai 10 milioni dopo aver mostrato tutte le sue doti al Norimberga, 17 reti e 3 assist nell’ultima Bundesliga. A contendergli il posto Seferovic, Gavranovic e Memhedi, nessuno con un’età superiore ai 25 anni.

Una squadra frutto del giusto mix tra gioventù ed esperienza, guidati da un maestro del calcio europeo, pronta a insidiare chiunque portando in Brasile una bella fetta d’azzurro.

 

Edoardo Brancaccio

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