Gli alti e bassi di un Napoli che si riscopre critico e vulnerabile

Allegro e spensierato fino a qualche mese fa, il Napoli si scopre all’improvviso un po’ meno solido. Scelte, decisioni, contratti da discutere. Nelle prossime settimane, mentre Benitez cercherà di portare a casa la quinta Coppa Italia della storia azzurra, la società dovrà gestire e risolvere alcune questioni interne. Rafa Benitez va per la sua strada, sempre più duro con chiunque gli si metta fra i piedi. Tante le spine nel fianco, non c’è che dire. Rafa non è tipo da mezze misure: ad alcuni, va detto, ha dato delle opportunità che però spesso si sono trasformate in esami senza appello. La prima spina nel fianco di Rafa si chiama Dzemaili, bruciato sull’altare di Jorginho. Andrà via anche Behrami perché pesa la rottura, resa pubblica, con Inler. Al Napoli non è piaciuto la scelta di Valon di spiattellare ai quattro venti i suoi dissapori col compagno. La colpa è del manager di Inler, Lamberti, che a marzo disse che Inler preferiva giocare con Jorginho e non con Behrami. Il tira e molla di gennaio, gli è costato il posto da titolare: da febbraio in poi, è stato titolare in serie A quattro volte. Prima dell’infortunio, 12 volte. In difesa, la coppia centrale preferita da Rafa, si sa, è Fernandez-Albiol, ma le tante partite una dietro l’altra lo hanno costretto a scelte alternative in cui il tecnico non ha mai creduto fino in fondo.

Significativo in questo senso, la progressiva presa di confidenza di Henrique. Britos è apparso sempre in ombra. Andrà via e bisogna evitare di svenderlo. Altra spina si chiama Christian Maggio: la storia con il Napoli sembra finita, se si fa avanti qualcuno l’esterno azzurro sarà ceduto. Benitez punta a qualcuno di più giovane e il vicentino non vuole restare con il contratto in scadenza. Giusto pensarci bene, dunque. Quello che conta è essere chiari. I tormenti di Insigne: andare o rimanere? Lorenzo ci sta pensando. È uno dei giocatori simbolo del progetto De Laurentiis, ha rinnovato il contratto l’estate scorsa, si sente al centro del progetto del presidente ma quella parole pronunciate qualche settimana fa fanno pensare: «A Napoli se non fai gol non sei nessuno per i tifosi». Tradotto, la sua generosità (è l’attaccante che ha recuperato più pallone in serie A) non è spesso gradito. E allora? Per giocare più vicino alla porta, Rafa dovrebbe cambiargli modulo. La solitudine del numero uno.

In apparenza il suo è il caso più semplice. Nel contratto di Reina c’è il ritorno al Liverpool. Quindi se il Napoli lo vuole prendere deve solo presentarsi con i soldi in casa dei Reds: almeno 3 milioni. Ma l’ultima parola spetta sempre al giocatore. Quindi chi si fa avanti deve avere un progetto convincente e un contratto interessante. Reina deve essere disposto a tagliarsi l’ingaggio per rientrare nei parametri del Napoli (anche per lui 2,5 milioni netti a stagione). La metà di quello che ha nel contratto con il club inglese. Cosa farà? Pandev è diventato ingombrante. Un bel problema ed è probabile che per trovare una via d’uscita la società decida di dare un taglio al prezzo del cartellino. E poi costa: al lordo il suo ingaggio è di circa quattro milioni, quindi la sua cessione servirebbe anche a riequilibrare il monte stipendi. C’è poi il nodo Zuniga: il colombiano è fermo da mesi e sul suo recupero pendono mille interrogativi. Infine, Hamsik: la spina più grande. Quasi conficcata al cuore. Solo una stagione storta o il centrocampista che tutti hanno fatto le corse per paragonare a Lampard e Gerrard soffre il modulo di Benitez? Certo, l’ex mister X del Milan, non segna dal 2 di novembre. Una infinità.

FONTE Il Mattino

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