Il mercato si avvicina, ghiotta idea Mario Suarez

Perché poi il mondo gira e c’è un tempo per qualsiasi calcio: in principio – ma forse per sempre – è stato il Sud America, preferibilmente l’Argentina; poi è venuta l’ora dell’Uruguay; ma adesso il dominio è spagnolo e va da sé che qualcosa stia cambiando (e non per il gusto di farlo) miscelando le due culture calcistiche. Il mercato è avviato, semmai si fosse mai fermato, e la giostra che gira conduce ovunque: si gioca d’anticipo, si perlustra, si analizza, si memorizza, cercando di andare a scovare (prima degli altri) ciò che serve al Napoli, per cominciare un difensore e un centrocampista e un attaccante, e ciò che può aiutare a crescere. La Spagna, eh già: perché c’è qualità, perché c’è abbondanza di talenti, perché ci sono conoscenze dirette e c’è una scuola di pensiero (in realtà con contaminazioni internazionali) che fa capo a Rafa Benitez: perché c’è lui, insomma, viene inevitabile pensare a Musacchio (che è un argentino di Spagna), a Fazio (che è un altro argentino iberico), a Suarez (che è madrileno dentro). Gira e rigira, tutto torna…

DIFENSORE. Arieccolo, verrebbe da dire: perché un anno dopo riemergono dagli scaffali i taccuini del passato e rispunta il nome di Mateo Musacchio, che è ancora un «fanciullo» (24 ad agosto), che s’è ripreso la Liga con il Villarreal e sta facendo bene, che ha piedi ed un fisico da dormire tra due guanciali e pure una sua personalità. Il Napoli non ha mai smesso di scrutarne i miglioramenti, né di valutarne gli eventuali margini, e la ricerca d’un difensore autorevole, di stazza, presente sempre (psicologicamente) è la condizione imprescindibile per ripartire all’assalto dei sogni. Ma gli argentini in Spagna si ambientano in fretta e Federico Fazio (27 appena compiuti) è una sorta di Gulliver da cui conviene stare lontano: il suo metro e novanta è al servizio del Siviglia, la sua struttura fisica è rassicurante e le relazioni incoraggianti. Siamo al gradimento, non certo alle trattative.

REGISTA. Lo spagnolo autentico è Mario Suarez, che già nell’estate scorsa è stato avvicinato al Napoli, che è stato rilanciato da As come probabile interprete del 4-2-3-1 in funzione mediano-pensatore: guai cancellare dall’agenda un regista del genere, un centrocampista con la testa piena di idee; però là in mezzo, conviene rievocare, ha la priorità (per il momento) Maxime Gonalons (25) che resta la bandiera del Lione ma anche la priorità, che è stato studiato da vicinissimo da Bigon, spostatosi a Lione proprio la settimana scorsa per andare a cogliere i dettagli tecnici d’un play maker nel quale Benitez crede.

GIOVENTU’. Il mercato è ampio, obbligatoriamente, va affrontato pensando ad acquisti a presa rapida ma anche ad interventi in prospettiva: Kalidou Koulibaly è un ragazzo (23) che ha un futuro davanti a sé, francese di stanza al Genk, sul quale il Napoli s’è lanciato in tempi non sospetti e dal quale non s’è mai seriamente staccato. Il tempo dirà cosa sarà possibile farlo, se e come intervenire, però pure lui ha un ruolo di assoluto privilegio sui taccuini degli 007 che Bigon ha spedito in giro per l’Europa.

VERIFICA. Ultimo ma non ultimo, verrebbe da dire, c’è Edu Vargas: è costato undici milioni, ha girovagato per un po’ ed a Valencia sembra abbia trovato la sua dimensione ed un equilibrio che l’ha fatto apprezzare. Prima ancora che si ritengano chiuse le porte del San Paolo, per lui, val la pena stargli addosso: e infatti, non a caso, è la Spagna la meta del Napoli. Musacchio, Fazio e poi Suarez: il mondo è piccolo.

FONTE Corriere dello Sport

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