Il Catania di Maran studia come mettere in difficoltà gli azzurri

Mediocre campionato. In qualunque altra delle precedenti stagioni, dopo un’annata come quella disputata, con i risultati come quelli ottenuti, il Catania oggi sarebbe stato da considerare virtualmente retrocesso. Invece, udite udite, nonostante le due sconfitte consecutive e la prospettiva tutt’altro che incoraggiante di dover affrontare domani sera il Napoli avvelenato di Rafa Benitez, i rossazzurri sono ancora lì, con le bende e i cerotti addosso, ma con la speranza di arpionare in extremis una salvezza che avrebbe in ogni caso del miracoloso.

LA SQUADRA. Se ne dicono convinti il presidente Nino Pulvirenti e l’allenatore Rolando Maran, ma ha dimostrato di crederci soprattutto la squadra, che nel posticipo di domenica sera contro la Juventus in tanti, fra tifosi e addetti ai lavori, hanno stentato a riconoscere. No, non in negativo, ma in positivo: un gruppo così rabbioso, determinato, voglioso di fare bene non lo si vedeva in campo da tempo. Certo, è arrivata la sconfitta, ma quante squadre hanno fatto punti in questa stagione contro la formidabile armata bianconera? Insomma, se la stoffa è questa, se il carattere è quello di un gruppo che ha concesso ai bianconeri non più di due tiri nello specchio della porta (e dire che qualcuno era pronto a giurare sulla goleada…), vuol dire che qualche margine per colmare il distacco di quattro punti dalla zona sopravvivenza ancora c’è.

EMERGENZA ATTACCO. Il problema, semmai, è legato alla sterilità offensiva di questa formazione, che ha in Gonzalo Bergessio, con appena cinque reti, il suo attaccante principe. Il Catania ha il peggiore attacco di tutto il campionato e, se proprio vogliamo dirla tutta, anche la quarta peggior difesa (50 le reti al passivo, peggio hanno fatto Sassuolo con 57, Livorno con 54, Verona con 51). Il problema è che le squadre che hanno subìto più reti della formazione rossazzurra ne hanno fatte pure molte di più. Basti pensare che il Catania ha fin qui realizzato 21 reti, mentre il Sassuolo ne ha siglate 28, 32 il Livorno e 43 il Verona. Le più vicine alla formazione etnea in questa poco lusinghiera classifica sono, non a caso, Chievo (sono 23 le reti, a fronte di 43 gol subiti) e Bologna (24 e 43).

TORO… SEDUTO. Partendo da questi presupposti, si capisce che per la gara di domenica sera diventa una vera iattura la squalifica di Bergessio. Anche perché il Catania non ha una vera alternativa in panchina. Il giovane Petkovic pare abbia giocato in queste settimane a tirarsi fuori dai giochi da solo, cosicché l’unico che potrebbe sostituire il “Toro lavandina” è oggi, ipotizzando un 4-3-3 e ricordando dell’infortunio di Lucas Castro, Sebastian Leto. Il quale, però, potrebbe non avere ancora l’autonomia dei novanta minuti di gara.

QUALE SISTEMA? A questo punto, come potrebbe risolvere il problema Maran? Sfoggiando per la prima volta nella stagione contro una squadra che non schiera i tre difensori un Catania col 3-5-2, ovvero lo stesso sistema che gli etnei hanno utilizzato contro la Juventus. A quel punto la scelta diverrebbe meno sofferta e, al fianco di Barrientos, si potrebbe dare spazio a Keko, programmando la staffetta proprio con Leto.

RECUPERO FISICO. Certo, Barrientos, che ha corso senza soste contro la Juve, verrebbe spremuto come un limone, ma almeno avrebbe un giorno in più per recuperare in vista della partita successiva, considerato che il prossimo appuntamento fissato dal calendario è quello di lunedì prossimo a Udine. E quella sì che è una partita che non si potrà sbagliare…

FONTE Corriere dello Sport

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