INCREDIBILE – Un calciatore truffa un negoziante: “Gioco in A, i soldi li porto dopo…”

«Ho giocato in serie A, i soldi te li porto subito, vado al bancomat». L’ha voluto rassicurare,millantando di un passato nel grande calcio italiano. Ma non solo. Si è spinto perfino oltre. Dopo avergli detto il suo nome e cognome, gli ha fornito il proprio numero di cellulare. Sembrava un tipo raccomandabile, forse solo un po’ sbadato. E così, almeno secondo i magistrati spezzini, Samuele Grassi, 33enne di Formigine nel modenese, è riuscito a soggiogare anche il titolare del tabacchino-ricevitoria H24, situato lungo l’Aurelia, nel comune di Castelnuovo Magra.

Gli ha ordinato una ricarica Poste pay da ben 414 euro e poi, “casualmente”, si è accorto di non avere i soldi nel portagli. Ma il titolare del negozio non avrebbe dovuto preoccuparsi, anche perché lui era un noto ex calciatore, che aveva esordito perfino nella massima serie italiana… Come pensare che un tipo del genere potesse piantare un “chiodo” a un tabaccaio di Castelnuovo? Forse al proprietario dell’esercizio sarebbe bastato scrivere su Google il nome di Samuele Grassi per rendersi conto di chi aveva veramente davanti: quelli che in gergo chiamano delinquenti “seriali”.

Grassi, ovviamente, non ha mai giocato in serie A, e non è mai tornato a pagare il conto. Solo in parte è stato sincero. Nel senso che, effettivamente, è stato davvero un calciatore professionista. Ma la sua notorietà si è spinta, al massimo, alle quattordici presenze totalizzate nelle file del Pisa, in Lega Pro 1, nella stagione 2005-2006. Poi per lui c’è stata tanta Sangiovannese, Cuoio Cappiamo, Formigine in Eccellenza e Sassuolo, 3 presenze nel 1999 quando la squadra del patron Squinzi militava in quella che allora si chiamava serie C2.

Insomma, non proprio un curriculum da campione. Sicuramente, molto più ricco, è quello da delinquente. Per i fatti avvenuti a Castelnuovo il pm spezzino Claudia Merlino ne ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per il reato di insolvenza fraudolenta. Si tratta però solo dell’ultimo episodio di una lunga serie.

Nel 2010 infatti è stato arrestato per truffa ed estorsione. Ma qualche anno dopo si è cimentato in una delle sue migliori performance, in un’edicola di Lucca. Anche in quel caso aveva ordinato una bella ricarica da 500 euro sulla Poste pay. Si era presentato come un tesserato dell’As Roma e, per ingannare il giornalaio, era arrivato a fingere una conversazione telefonica con Daniele De Rossi, centrocampista giallorosso e della Nazionale.

Aveva provato a pagare il conto con una carta di credito non valida e poi si è allontanato dicendo che sarebbe tornato il mattino seguente. Diverso invece quanto avvenuto in un bar di Cittadella, in provincia di Padova. Grassi aveva raccontato al titolare di un bar di essere lì per fare riabilitazione, in seguito a un infortunio, e per inaugurare un Apple store in città.

Ovviamente, non era vero. Ma al barista ha offerto di comprare degli Iphone 5 a 399 euro anziché 800. Questi gli ha consegnato 500 euro circa come acconto e Grassi, prima di sparire nel nulla, si è messo a palleggiare con un’arancia nel suo locale dimostrando tutte le sue qualità tecniche. Un fenomeno, noto per episodi analoghi anche in altre città d’Italia.

Fonte: IlSecoloXIX

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