Anthony Réveillère è pronto, la decisione ora spetta solo a Benitez

Dieci anni di Olympique Lione e non sentirli (fisicamente) affatto. Quasi un mese di Napoli, senza giocare, ma sentirlo tutto, fino alle più impercettibili sfumature. Dagli allenamenti, all’ottima accoglienza ricevuta, al “dejà vu” chiamato Benitez. Respirando appieno odori e sapori per lui nuovi, manifestando entusiastico gradimento per la nuova sistemazione nel cuore di Napoli («una città che ti fa vibrare»), con la moglie Caroline e i figli Leny e Sharon. Vivendo insomma in maniera totale l’atmosfera partenopea.

DEBUTTO. Potrebbe essere finalmente servito l’esordio in maglia azzurra di quell’Anthony Réveillère patito di tennis e collezionista di mutande “pazze” che, alla proposta di rimettersi in gioco in tempi brevi e in un altro campionato, non ci ha pensato su nemmeno mezza volta, organizzando il trasferimento di tutta la famiglia a tempo di record. Stavolta pare proprio che sia quella buona. In campo da subito contro l’Udinese, il francese brinderà al debutto fra le mura amiche. Avendo già sbandierato lo stato d’animo tipico dell’impazienza, dichiarando di non stare più nella pelle. D’altronde garantisce Benitez, ribadendo anche nella conferenza stampa di ieri, che l’ultimo arrivato in casa-Napoli si è allenato bene ed è pronto.

EMERGENZA. D’altronde in quel settore lì, la difesa (visto che gli esterni fanno parte della linea a quattro nel modulo dello spagnolo), c’è piena emergenza. E, se una noce nel sacco non fa rumore, ecco che due o tre si cominciano già a sentire, eccome. Nel senso che gli infortunati adesso aumentano: con Mesto e Zuniga fermi ai box, con Armero un po’ acciaccato (dopo Dortmund) e un po’ fuor d’acqua in quello schema che lo vorrebbe più difensore che incursore. Insomma, scelta un anche d’obbligo, ma non solo. Come accennato, nonostante le 34 primavere, il buon Antho è a posto fisicamente, anzi ha dimostrato in carriera di avere caratteristiche, per così dire, da cyborg. Il 22 novembre 2008 infatti, in un Lione-PSG, riportò la lesione ai legamenti del ginocchio sinistro, ma decise di non andare sotto i ferri, affidandosi a terapie mirate e perfettamente funzionali. Destro naturale ma (come Zuniga) perfettamente adattabile anche al lato opposto, in questo periodo di allarme prolungato, casca proprio a… fagiolo. Benitez lo avrebbe già voluto dieci anni fa a Valencia e a adesso se lo ritrova a corte, pronto alla bisogna. Della serie: meglio tardi che mai.

FONTE Corrriere dello Sport

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