Callejon-Zapata, il Napoli vola!

callejonEccolo lassù, il Napoli, luccicante più della statua di Nostra Signora della Guardia che svetta su Marsiglia. Ci ha portato anche Higuain, come anticipato, per non farsi mancare niente in questa serata importantissima. Primo, a quota 6, con Arsenal e Dortmund, ma in realtà – considerando gli scontri diretti e la differenza reti – per il momento è terzo. E tra due settimane la possibilità di trovarsi da solo! L’Om doveva vincere, Benitez voleva vincere. La forza della volontà, più che della qualità in senso pieno, ha avuto ragione di una squadra, quella francese, non a caso arrivata alla quarta sconfitta consecutiva in questo suo tribolato ottobre.
Troppo insicura, la formazione di Baup, ancora a 0 punti nel girone. Invece Rafa può sorridere. E’ in cima in Europa, si è rimesso in moto dopo il tonfo di Roma in campionato, ha “scoperto” un uomo in più, Mertens, ha avuto la conferma dell’importanza di Callejon, si è goduto l’exploit di Zapata. Più qualcosa di cui diremo tra breve… Dite che se il Borussia avesse perso tutto sommato sarebbe stato meglio? Ma questa è la Champions, signore e signori. I calcoli sono sempre una zavorra. Dunque i tifosi azzurri si godano questo successo e si preparino ad accogliere il Marsiglia tra due settimane meglio di quanto non abbiano fatto da queste parti.

CRESCITA – In questo frangente Benitez potrà lavorare per migliorare alcuni meccanismi poco convincenti che non vanno nascosti nell’euforia del successo. Non pare una buona idea caricare Inler della piena responsabilità di dare i tempi di gioco come visto qui al Velodrome, né vedere sovente Hamsik ripiegare a cercare palla sulla trequarti napoletana spalle alla porta. L’immagine di Marekiaro è quella travolgente in percussione nel cuore del secondo tempo che ha portato al raddoppio di Zapata. Ma sono dettagli in una serata in cui il Napoli è stato bravo a capire i limiti oggettivi dell’Om, a ingigantirli e a fare il pieno come si conviene a una squadra ambiziosa come quella di Benitez. Che alla fine ha scelto Higuain ma tenuto fuori Insigne, pescando giusto con Mertens, ispirato come mai da quando è a Napoli.
IL RITORNO – Prima ancora di tornare al successo, come detto, il Napoli però ha potuto celebrare il recupero del suo uomo simbolo: Gonzalo Higuain. Un recupero ancora solo psicologico. E’ una piccola vittoria di Benitez, che ha saputo gestire con intelligenza un caso, nato all’Olimpico venerdì scorso, con l’indisponibilità dell’ex madridista, che avrebbe potuto avere code pericolose.
Il tecnico ha rimesso in campo ieri un giocatore probabilmente nelle stesse condizioni fisiche di una settimana fa, ma stavolta disposto a dar retta a chi deve gestirlo, staff sanitario compreso. Onestamente per lunghi tratti della sua oretta in campo, l’argentino è apparso sospeso nel giudizio di se stesso, sbagliando anche la più clamorosa delle occasioni (34’) in capo a una belle azione Callejon-Mertens (i migliori in campo). Lì il Pipita però è stato grande, non abbandonandosi ma capendo che in questo stato la cosa migliore sarebbe stata giocare spalle alla porta, in appoggio: proprio così è nata l’azione che ha spaccato la partita, a ridosso del riposo. Decisivo il movimento del centravanti, capace di lanciare al volo di sinistro Callejon, implacabile nel capitalizzare l’occasione.

IN DISCESA – Una volta in vantaggio, Benitez ha fatto concludere la prestazione di Higuain a inizio ripresa, affidando la finalizzazione dell’azione offensiva a Zapata. Bene, il colombiano ci ha messo dieci minuti a fare il suo dovere, impreziosendo una fantastica ripartenza Hamsik-Callejon e l’assist di tacco dello scatenato Mertens con una parabola micidiale dall’angolo dell’area all’incrocio opposto. Roba da applausi.
Mesto e poi Insigne, per Mertens e Hamsik dovevano servire a freddare una partita senza più storia, vista la poca consistenza dell’Om. E in effetti l’operazione sembrava felicemente conclusa. Se non fosse stato per un’iniziativa vincente di André Ayew, bravo a saltare Behrami e battere Reina, a cinque dal termine, fin lì mai impegnato. Finale complicato, dunque, con Mandanda a caccia del colpo disperato in area napoletana, inutilmente

Fonte: Corriere dello Sport

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