L’editoriale di Deborah Divertito: “La prima di campionato”

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Come ogni anno, per la prima di campionato facciamo la conta di chi ha indovinato il periodo di vacanza, chi non ha avuto scelta e chi, invece, ha scelto solo dopo l’uscita del calendario. Quest’anno, a dir la verità, in vacanza ci vanno in pochi. Io non sono una di questi e allora il problema non me lo sono proprio posto. In tutti i casi, sarei stata annoverata nell’ultima categoria. O meglio, ne ho dimenticata una quarta. Periodo di vacanza qualsiasi e in qualsiasi posto, basta che si torni prima della prima di campionato. Che sia in casa o fuori casa, poco importa. Ma, ripeto, quest’anno il problema non si pone. Non solo vedrò la prima di campionato, ma anche tutte le amichevoli, gli allenamenti e pure la nazionale. Quella argentina, si capisce.

Ebbene, lunedì scorso gli abbinamenti del calendario li abbiamo seguiti proprio dagli spalti della curva e allora la conta è stata facile facile. È bastato guardarci in faccia e abbiamo capito. I fedelissimi saranno pochi. Non mancherà l’emigrante di Verona che, a differenza nostra, lui le ferie se le deve scegliere proprio nei giorni delle partite in casa. In più, quest’anno, ha piazzato la moglie davanti alla tv con bamboline woodoo e pentoloni con ali di pipistrello al seguito per far sorteggiare, come seconda fuori casa, l’Hellas o il Chievo. Quest’anno doppia possibilità. Un gioco da ragazzi. E mi sa che alla moglie chiederemo anche cinque numeri al lotto, visto che  la seconda sorteggiata è fuori casa per noi e in casa per lui. Chievo Verona sia e ci siamo tutti autoinvitati. Ma la faccia più bella è stata la sua. Uno che ha sperato fino all’ultimo nella prima fuori casa. Uno che sapeva che c’era questa possibilità, ma l’aveva spinta nell’angolino dell’inconscio salvo poi avere la doccia fredda tanto temuta. Alla frase rimpallata per tutti gli spalti del deck 4 della curva B: “Guagliù, la prima è in casa col Bologna!”, tutti felici di rivederci subito per ricominciare con un San Paolo vincente, la sua perentoria presa di coscienza: “Ma ‘i stong’a New York!” Occhi spalancati, bocca semiaperta e pensiero oltreoceano, ci scommetto, a fare già il calcolo del fuso orario e a trovare una soluzione al problema: “E mo’, come cavolo me la vedo la partita?”.

Quattro giorni dopo questi attimi di panico assoluto, leggo un post sulla pagina del Napoli Club NYC: “Ciao a tutti, vorrei sapere, visto che passerò le mie vacanze a NYC, se è possibile seguire la partita da voi che purtroppo o per fortuna le mie ferie coincidono con la prima di campionato. Io alloggerò al  … , siete da quelle parti? Se siamo vicini sono molto fortunato…” Se volete saperla tutta, sì! Il Napoli Club NYC è da quelle parti, una mezz’ora a piedi definita da lui “fattibilissima”, ma lo sarebbero state anche due ore, e lui è  molto fortunato. Però, il prossimo anno, ne sono convinta, anche lui vorrà fare parte della quarta categoria. La vacanza è sacrosanta, siamo tutti d’accordo, ma solo se si torna prima dell’inizio del campionato! E se la prima  è in casa, la fortuna è doppia!

 

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