Napoli v Atalanta 3-2, le pagelle

napoliataSerie A TIM 2012-2013
29a Giornata
Stadio San Paolo, Napoli
NAPOLI v ATALANTA 

Le pagelle

DE SANCTIS 5,5 – Sul primo gol orobico appare poco reattivo, non facendo suo il traversone di Denis, niente a confronto della segnatura numero due, quando vaga senza meta nell’area di rigore consentendo la comoda realizzazione a Denis. Ancora troppa insicurezza per l’estremo azzurro.

 

CAMPAGNARO 5,5 – Bonaventura non è nelle sue migliori giornate, e l’argentino ringrazia, ma nell’unico taglio del trequartista atalantino, il nostro se lo lascia scappare. Nella ripresa va anche peggio, componendo con Campagnaro una coppia di centrali facilmente eludibile dai lanci lunghi di Carmona. Ultimamente ha offerto prestazioni migliori.

 

CANNAVARO 4,5 – Sfortunato sul rimpallo che causa la sua autorete, ma prima si fa cogliere di sorpresa sul taglio di Denis, poi è tardivo sulla copertura su Bonaventura. Gioca ad uomo su Denis, che va a prendere spesso anche in mezzo al campo, ma alla distanza l’argentino riesce a vincere il duello personale con il capitano azzurro, mettendo a segno anche il gol dell’ex, in occasione del quale il numero 28 azzurro non fa scattare la trappola del fuorigioco.

 

GAMBERINI 5,5 – Il primo tempo vede attaccare l’Atalanta spesso dalle sue parti, anche se Moralez non riesce a pungere con continuità e pericolosità. E’ altresì vero che, in occasione del gol del primo pareggio, si fa pescare fuori posizione consentendo a Denis e Bonaventura di confezionare il pacco regalo su cui Cannavaro mette il fiocco. Esce nella ripresa per esigenze tattiche.

 

MAGGIO 5,5 – Passi da gigante atleticamente parlando, riuscendo a conquistare metri di campo contro Del Grosso, spesso in difficoltà, incapace di frenare l’impeto del vicentino, che parte da lontano poiché vigile su Bonaventura, giocando più da terzino puro che da ala.  Purtroppo vanifica il suo ardore agonistico con i soliti traversoni scaricati sul corpo dell’avversario di turno, e se questa barriera viene oltrepassata, ci si mette poi l’imprecisione. Ancora troppo poco per conquistare la sufficienza.

 

BEHRAMI 5,5 – Il solito correre imperterrito e contrastare i portatori di palla avversari, senza risparmiare qualche rudezza di troppo. Nel primo tempo si mostra propositivo anche in fase di manovra, approfittando dal baricentro basso del centrocampo atalantino, che gli lascia spazio di manovra. Nella ripresa partecipa al pasticcio che causa il raddoppio di Denis, abbassatosi sulla linea dei centrali, ma incapace di opporre veto all’argentino lanciato a rete.

 

DZEMAILI 6 – Potrebbe fare molto di più perché Carmona e Biondini non propongono un pressing esasperato, ma lo svizzero si accontenta del passaggi senza pretese non soddisfacendo appieno alle mansioni di regista. Ha almeno il merito di tenere alta la squadra nel momento di forcing esasperato degli azzurri, sfiorando anche il gol su una fiondata respinta da Denis. Dovrebbe azzardare qualche giocata di più.

 

ZUNIGA 6,5 – Sicuramente buona la prestazione dl colombiano, che si procura il calcio di rigore trasformato da Cavani, ed inizia l’azione che porta al secondo vantaggio azzurro. In mezzo, tante discese sulla sinistra, che creano squarci sulla zona presidiata da Giorgi e Raimondi, in collaborazione con Hamsik e poi con Insigne.

 

HAMSIK 7 – La sua presenza in mezzo al campo c’è e si sente marcatamente, soprattutto quando veste i panni dell’assist-man, sfornando giocate in serie che i suoi compagni non riescono a trasformare in gol e propiziando il calcio di rigore, duettando con Zuniga. Sfiora, a sua volta, la rete personale, ma il suo colpo di testa sotto misura finisce alto. Nella ripresa deve abbassare notevolmente il suo raggio di azione, ma trova comunque tempo, spazio e modo di accendere la luce, creando pericoli in serie e sfiorando nuovamente il gol, stavolta negatogli da Consigli.

 

PANDEV 7 – Un ritorno al gol atteso più di cinque mesi, un’eternità per un giocatore dalla sua classe ed i suoi piedi. Fatica un pò prima di entrare in partita, ma una volta messi dentro entrambi i piedi, per Lucchini e la difesa orobica sono davvero dolori. Assist (non propriamente voluto) per Cavani ed il gol del definitivo vantaggio ne fanno uno dei protagonisti di questa gara, che lo vede rientrare al top dopo tempo immemore. La speranza è che possa perdurare fino al termine della stagione. Il Napoli ha troppo bisogno del suo estro.

 

CAVANI 7 – Come Pandev, interrompe il suo digiuno di gol che durava da fine Gennaio. Il rigore trasformato (rischiando), lo galvanizza ma l’eccessiva frenesia e fame di gol lo fa incappare in errori grossolani, come in occasione del primo tempo, a tu per tu con Consigli, e nella ripresa quando lo stesso portiere gli sbarra la strada. Si rifà poco più tardi girandosi repentinamente e bruciando Lucchini e Consigli, infilando la doppietta che ne segna definitivamente il ritorno al gol, anche su azione. Come per Pandev, l’augurio è quello di non fermarsi più.

 

ARMERO 6,5 – Entra, al posto di Gamberini, e si installa nell’insolita veste di interno sinistro, a salvaguardare le scorribande di Hamsik, in fase di massima propulsione offensiva. Ha però l’enorme merito di piazzare il passaggio vincente su cui Pandev non deve far altro che spingere in rete. Di questi tempi, merito di inestimabile valore.

 

INSIGNE 6,5 – Per lui pochi minuti, ma carichi di sostanza, entrando nell’azione decisiva del match, propiziando l’inserimento di Armero. Rischia di segnare la quarte rete, ma il suo destro a giro termina alto. Indubbiamente la sua presenza ha smosso le acque con la sua velocità, ed in effetti i risultati si sono visti, anche se in poche giocate.

 

ROLANDO S.V. – Entra per regalare la standing-ovation a Pandev.

 

MAZZARRI 6 – Sceglie bene dalla panchina, innestando Armero e Insigne che, alla fine, sono coloro che generano la terza e decisiva rete. Ma prima di quest’episodio il Napoli ha rischiato più volte di arenarsi, mostrando per l’ennesima volta sbavature difensive e l’altrettanto solito spreco di occasioni da rete che avrebbero potuto costare altri due punti. Si fa cacciare fuori, raggiungendo Bigon, a dimostrazione dell’eccessiva tensione che permea il tecnico livornese, la quale viene anche trasmessa ai giocatori in campo che, in certi frangenti, giocano poco tranquilli. Servivano tre punti, sono arrivati, ma adesso bisogna continuare su questa strada, perché il Milan non perde un colpo, e lo scontro diretto del Meazza si avvicina.

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