Delirio Conte: “A Napoli fu guerra, mancava solo l’assedio coi lacrimogeni, ma da una città civile come Bologna…”

C_3_Media_1634760_immagine_ts673_400Basta etichette, basta luoghi comuni, basta pubblicità regresso. Basta. Che non si nomini più la città di Napoli, che venga dimenticata, che sia allontanata da qualsiasi accostamento a strisce bianche e nere. Che si lasci in pace una metropoli che ha bisogno di carica positiva e spirito di rivalsa, non certo di messaggi spregevoli come quello che il Signor Antonio Conte ha, ancora una volta, evidenziato tra le righe di un discorso che ancora una volta getta fango sulla città partenopea, dimenticandosi che fino a qualche giorno fa 51 tifosi bianconeri venivano colpiti da DASPO, colpevoli di attività teppistiche attuate in città alla vigilia della gara del San Paolo. Ed invece, il Signor Conte, armato di sano qualunquismo, dimenticandosi questi inutili dettagli, in un discorso delirante, con una tranquillità che fa paura e che preoccupa, ha voluto, in altre parole, condannare la città di Napoli come “luogo incivile da cui non è possibile aspettarsi altro“, rispetto a Bologna che, a detta sua, lo ha sorpreso per l’inciviltà messa in scena ieri.

Ma leggiamo attentamente le parole del tecnico juventino: “Bastonate sul pullman, sì, bastonate sul pullman, qualche pietra, sputi, nell’antistadio. Allora dico: se succede a Bologna, che è una città, non civile, civilissima, dico è finita, è finita perché me lo posso aspettare … va bene, è successo quello che è successo a Napoli… mancava l’assedio di guerra, con i lacrimogeni. Ma se io mi devo aspettare che anche a Bologna, città civile, veniamo accolti in questa maniera, allora io dico: boh, allora veramente c’è la voglia di andare fuori all’estero, perché magari uno sta più sereno, vive anche in maniera più tranquilla e più serena“.

Dimenticare ed ignorare, questo dovranno fare i supporters azzurri che si sentono lontani anni luce dalle accuse messe in atto da personaggi pubblici che dovrebbero guardarsi bene dal dire determinate affermazioni, secondo il nostro punto di vista socialmente pericolose e nocive al comune senso civico che vige, udite udite, anche nella “incivile” città di Napoli. Che piaccia o no. Eppure viene fuori, in frangenti come questo, una verità inattaccabile; le vittorie e i primati non riusciranno mai a nascondere quei dettagli fondamentali che completano lo spirito e innalzano alla gloria. Che nessuno ce ne voglia.

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