L’editoriale di Deborah Divertito: “Tanto, la neve se ne frega”

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Stamattina mi sveglio con la neve. Dove abito adesso per fortuna si vede il mare, per sfortuna non si vede il Vesuvio.  Ma potevo immaginare benissimo la sua vetta bianca dall’altra parte della città  che ci guardava  e vegliava su di noi, sornione e stanco.

Sì, stanco. Proprio stanco. Di fare gli straordinari per smentire voci che lo vogliono malevolo e sterminatore.  Stanco di dover essere nominato invano in circostanze che non lo riguardano e da persone che non sanno ammirarlo. Stanco di essere tirato in ballo quando la musica non è quella ritmata della passione e della seduzione, ma quella fredda e scontata della provocazione fine a se stessa.

Stanco di essere difeso da coloro che dovrebbe difendere. Stanco di dover essere oggetto di liti tra persone che si combattono a suon di link, immagini e squalifiche di campo minacciate, ma mai date.

Stanco e dispiaciuto. Dispiaciuto perché non voleva proprio essere protagonista di una gara che doveva avere altro in primo piano. Una categoria che si chiama Primavera dovrebbe essere acclamata da cori incitanti e dovrebbe far pensare allo sbocciare di grandi giocatori del futuro. Ciò implica speranze, sogni, progetti, passioni portate avanti con entusiasmo. Acclamare all’ennesimo bagno di morte implica, invece, spezzare speranze, infrangere sogni, interrompere progetti e spegnere passioni. Certo, una parte di stadio si è ribellata. Magari le speranze, i sogni, i progetti e le passioni dei ragazzi in campo sono state tanto forti ed evidenti da  interrompere una spirale di odio e provocazioni senza senso che andava avanti da troppo tempo.

Ma lui resta stanco e continua a vegliare, che non si deve mai abbassare la guardia con chi gode delle proprie gioie con ancora la morte sul campo.

Qualcuno diceva che “la neve è tempestiva, porta pulizia, lima rumori e colori, lima le bave dei sensi”.  E allora, scusandomi per la citazione non di alta letteratura, me ne rendo conto, direi che stamattina il nostro gigante buono ha accolto volentieri su di sé il manto bianco, come a spegnere ogni cattiva dicerìa e a raccogliere nuove energie per vegliare ancora sul suo popolo.

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