Domani sera non si accettano errori, in campo scenderà la formazione migliore

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La certezza è una: il ritorno al modulo che del Napoli di Mazzarri è il marchio registrato, dopo il mezzo esperimento di Plzen. E poi? E poi le carte sono ancora sul panno (prato) verde, mescolate e pronte a essere messe in fila per 3-4-1-2, in vista della prima di due partite talmente delicate, da ispirare a Cavani la frase: “Con l’Udinese e la Juve ci giochiamo lo scudetto”. Molto bene, allora, meglio prepararsi a dovere. E anche studiare la migliore formazione possibile per la prima delle due tappe fondamentali. Indicazioni: Armero prenderà il posto di Zuniga, mentre Maggio-Mesto è un ballottaggio molto vivo. Davanti, rispetto a Plzen, dentro Hamsik e Cavani dal primo minuto, con Pandev che, nelle idee del tecnico, una volta valutata la complessiva condizione dopo la gelida trasferta ceca, è favorito su Insigne. 

CICLO FONDAMENTALE – E allora, il gioco si fa duro. Molto duro, perché tra domani e venerdì, come diceva il Matador pochi minuti dopo la grande delusione del pareggio con la Samp, gli azzurri si giocheranno una bella fetta di velleità tricolore. Non di scudetto, no, perché la Juve ha ancora un vantaggio di quattro punti, ma di prospettive. Ecco, la parola più corretta è forse questa: il Napoli dovrà presentarsi alla grande sfida del San Paolo con il minor distacco possibile, ed è per questo che la partita di Udine è fondamentale almeno quanto quella del prossimo venerdì. Sotto certi aspetti anche più importante. Soprattutto per il morale: serve una risposta d’autore.

EX AVVELENATO – Ieri, come di consueto a due giorni dalla partita, e a maggior ragione dopo il viaggio di metà settimana nella città della birra pilsner e della Skoda, a dieci gradi sottozero, la squadra s’è cimentata più che altro in una seduta di scarico al centro sportivo di Castelvolturno. Tra il defatigante e le lezioni tattiche, che di Mazzarri sono il pane quotidiano. Nulla al caso, come sempre. E non è un caso, a questo punto, pensare che il tecnico azzurro punterà sulle motivazioni, e sulla gamba agile e possente, di Pablo Armero. Il grande ex. L’ultimo in ordine di tempo, considerando che è stato acquistato dall’Udinese a gennaio. Ci sarà, Pablito, e sostituirà Zuniga, l’amico e connazionale, recitando da mancino naturale su una fascia percorsa in lungo e in largo per due anni. Quante motivazioni, per lui: già molto prima di fare armi e bagagli per Napoli, infatti, Guidolin lo aveva escluso per cinque volte di fila (concedendogli appena una ventina di minuti con la Samp). Da valutare il collega di fascia destra: Mesto è un’idea che prende quota, ma la candidatura di Maggio è sempre valida nelle idee. Sempre.

L’ATTACCO – Per il resto, davanti a De Sanctis il tris centrale sarà composto da Campagnaro, Cannavaro e Britos e neo papà di Emilia, data alla luce ieri da sua moglie Virginia (auguri). In mediana, Behrami e Inler, con Hamsik pronto a fare l’altalena tra le linee e a cimentarsi in quegli inserimenti che sono il micidiale marchio di fabbrica. In attacco, Cavani e Pandev più che Insigne. La questione è semplice: il gioco si fa duro, dicevamo, e se Mazzarri, dopo aver parlato con il diretto interessato, capirà che re Goran non è stanco, punterà sul giocatore di maggiore esperienza a sua disposizione. Altrimenti, tutto sul talento d’oro di Lorenzo.

Fonte: Corriere dello Sport

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