Adesso testa al Pescara. E Mazzarri può contare su altri due top player…

Al peggio però c’è fine: perché quando all’Is Arenas si spengono le luci e Cagliari-Napoli altro non è che materiale per gli archivi d’una stagione, oltre il tunnel dell’emergenza c’è uno spiraglio e s’ode – pare quasi di sentirla – l’eco di un assolo. Riecco Cavani, d’azzurro vestito: ha la voglia matta di chi ha detto pubblicamente, e appena qualche giorno fa, di “voler giocare sempre e di aver pure voglia di segnare tantissimo” : domenica è la sua ora e mezza per riprendersi la sfida perduta e rimettere assieme i conti del passato e quelli del futuro. E poi, chi può dirlo? Riecco pure Pandev: una caviglia in disordine e l’umore magari un po’ così, intaccato, perché intanto qualcosa è cambiata: e però bisogna darsi una mossa, mostrare il tenore ch’è in lui, il titolarissimo per il quale sono serviti sette milioni di euro per averlo.

SICURO – El Matador è divorato dal desiderio di rimettersi al centro del san Paolo, di riafferrarlo con l’entusiasmo e la professionalità che vanno persino al di là dei suoi ottantuno gol: il calcio è vita e l’atleta ch’è in lui non chiede altro di prendere un pallone, domarlo, scambiarlo e poi calciarlo. Vada come vada, perché esserci è comunque un successo: e per chi s’è dovuto piegare prima alla sorte – fuori con il Chievo e con l’Atalanta – e poi al giudice sportivo – quattro gialli e dunque niente Cagliari – il peso della rinuncia è divenuto insostenibile. E allora, si gioca: e saranno divorati i minuti e i secondi che condurranno al Pescara, nell’insolito menu di una domenica che comincerà presto, prima degli altri, che a colazione consegnerà la missione possibile di rimettersi a correre, di inseguire El Shaarawy e però anche la Juventus, di cogliere gli attimi fuggenti che per un attaccante non bastano mai. La maglia numero 7 è già sullo scanno del san Paolo e nella testa c’è un groviglio di pensieri, di sensazioni inebrianti per chi ha dentro un appetito da lupi o anche da toro o forse no, da Matador.

QUASI SICURO – E poi c’è Pandev, l’altra anima di un attacco depotenziato da una serie di fattori contingenti, il bomber ritrovatosi ai margini per quella distorsione patita a Genova che ha rimescolato le carte, perché intanto poi a Marassi quel simpatico monellaccio di Insigne si è messo a fare quello che meglio gli riesce, e cioé il fenomeno, ruolo nel quale si è calato pure con il Milan per il momentaneo 2-0, prima che il diavolo infilasse la propria coda nel match e lo trasformasse in 2-2. Però, per gradire, l’Insigne goleador s’è mostrato prontissimo, ha colmato quel vuoto di potere offensivo, è riuscito a sistemare i propri dolori articolari ed a Cagliari ha consentito a Mazzarri di trovare l’alternativa. Ma domenica è ovviamente un altro giorno, da santificare appieno: un mezzogiorno mezzo di fuoco, insolito e comunque da rendere elettrizzante. Si aggiungano due posti a tavola.

Fonte: Il Corriere dello Sport

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