Nedved: “Napoli, temo solo il collettivo”

Lunga intervista a Tuttosport rilasciata dal ceco Pavel Nedved nelle’dizione odierna del quotidiano. Riportiamo per intero le dichiarazioni relative alla partita di questo pomeriggio dell’ex giocatore bianconero, oggi nello staff societario della squadra torinese.

Nedved, lei quindi crede che il campionato sia già una lotta a due?
«Per come sta andando in queste prime giornate, potrebbe anche essere. Però questi sono discorsi ancora prematuri perché è davvero ancora troppo presto dire chi potrà vincere lo scudetto e chi, tra qualche mese, non sarà più lì a lottare. È comunque innegabile che, in questo momento, Juve e Napoli abbiano qualcosa in più delle altre».

Una sfida che ha avuto un bell’antipasto al veleno a Pechino…
«Le polemiche non mi piacciono e non mi sono mai piaciute. Devo però ammettere di essere rimasto molto sorpreso sentendo Mazzarri dire che era stato giusto non partecipare alla premiazione della Supercoppa. Noi a Roma, nonostante la sconfitta nella finale di coppa Italia, abbiamo stretto la mano a loro e agli arbitri. E io sono stato tra i primi a farlo, anche perché questa per me è la cosa più giusta da fare».

In compenso, questa lunga vigilia è stata animata dalle polemiche sul mancato utilizzo di Buffon in Nazionale poi, tra l’altro, nemmeno convocato per la supersfida.
«Non capisco proprio questa mentalità italiana: una partita della Nazionale è sempre sopra le altre. In ogni caso, essendo stati in giro per il mondo molti protagonisti di questa sfida, non penso siano stati condizionati da tutte queste parole e quindi mi auguro che in campo non ci siano troppe tensioni».

Un augurio per stasera?
«Basta polemiche: lo stadio deve essere una festa per una grande partita. E Juventus e Napoli hanno tutto per giocare una grande partita».

Tra questi c’è Cavani. È lui il pericolo numero uno?
«Del Napoli non mi spaventa nessuno perché il gioco di Mazzarri si basa molto sul collettivo. Quindi sarà una sfida tra tanti campioni ed è difficile sceglierne uno in particolare».

Già, però che effetto le farà trovarsi contro l’uruguaiano che per un’estate è stato tra i top player corteggiati dalla sua Juventus?
«Ah sì? Per me è una novità… Cavani comunque è un campione, un giocatore che piace non solo a noi ma anche a tante altre squadre. È uno che sa fare la differenza perciò spero arriverà stanco a Torino dopo il viaggio dal Sudamerica».

Quella di stasera è una sfida Conte-Mazzarri?
«No, è Juve-Napoli. Conte e Mazzarri però sono ottimi allenatori e si vede da entrambe le squadre che giocano rispecchiando la mentalità di chi le guida».

Per il Napoli è un esame da anti-Juve? «A me non interessa quale sia o se ci sia un’anti-Juve tra Napoli, Milan o Inter. Piuttosto noi puntiamo, come nell’ultimo campionato, a fare più punti possibili e sappiamo che non sarà facile perché abbiamo la Champions dove si lasciano tante forze».

Piccola parentesi post-lettura: per dire basta alle polemiche, bisogna anche evitare di alimentarle. Ritornare sulla mancata premiazione di Pechino vuol dire, per l’appunto, rimembrare un recente passato che ha infuocato i rapporti tra le due squadre, facendo avanzare l’asticella della tensione di una tacca. Per stemperare ci vuole ben altro, Sig.Nedved, ma siamo certi che gli anni di esperienza che accumulerà con la società bianconera serviranno anche a questo. Lei era un grande giocatore, simbolo di un calcio in crescita come quello dell’Europa centro-orientale, e, a tratti, sembra di rivedere Hamsik nelle gesta che lei fece un tempo. Dia lustro anche alla dirigenza juventina, visto che ultimamente ha perso un po’ di quella classe che un tempo la famiglia Agnelli avrebbe preteso.  

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