Behrami: “Per me è un traguardo vestire questa maglia. La città è meravigliosa, peccato che spesso si parla male”

Valon Behrami, neo acquisto napoletano, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport, nella quale manifesta apertamente il suo entusiasmo nel vestire la maglia azzurra, e  la sua volontà di raggiungere, attravero un lavoro di squadra, traguardi importanti con la maglia azzurra. Ma cosa importante, ha smentito tutte le accuse tendenziose e pregiudiziose che colpisco e danneggiano l’immagine di Napoli e dei suoi cittadini. Questo è quanto messo in evidenza:

Hobby:  “seguo l’Nba. Ho lasciato l’atletica per il pallone: fino a 12 anni, a Lugano, giocavo a calcio e correvo anche i cinquemila”

E la vita è cambiata sul serio, grazie al calcio. «Sì, e ne è valsa la pena, soprattutto perché ho ripagato i miei genitori di tutti i sacrifici: sono nato in Kosovo, ma a causa della guerra siamo andati in Svizzera, lontano da casa, con tutte le difficoltà del caso. Mio padre faceva l’operaio in una ditta di salumi e mia madre la collaboratrice domestica: sono riuscito a farli smettere di lavorare e la cosa mi rende molto fiero e orgoglioso”

Scudetto: “Ho scelto Napoli per questo: è un top club, e per me è già un traguardo eccezionale vestire questa maglia. Però io non dico quella parola e non mi sbilancio: ho capito che la gente è molto scaramantica e mi adeguo, ma è ovvio che ci crediamo.

Mazzarri: «Grandissimo: lavorare con lui è fantastico, è un motivatore unico. E’ molto esigente, però ti lascia anche la libertà di vivere sereno. Il nostro è un gruppo speciale».

Il più divertente?
«Grava. Mamma quanto fa ridere».

Chi l’ha impressionata di più? «Può sembrare banale, ma dico Pandev, Cavani e Hamsik. Loro fanno la differenza e a noi spetta il compito di metterli nelle condizioni migliori. Sono grandi campioni».

E Insigne? «Forte. Forte, forte, forte.  In B ha strabiliato, ma dicevo sempre che la A è un’altra cosa: beh, ho scoperto che quei numeri li fa anche con noi».

Ha paura che fino al 31 agosto Cavani possa andare via?
«Eh, quando parli di un giocatore come lui, un animale vero, un attaccante incredibile inseguito da mezzo mondo, c’è sempre un po’ di timore. Comunque, sono discorsi del club».

Quanto brucia la partita di Pechino con la Juve?
«Tanto, ancora tanto, ma ci ha dato la convinzione di essere una squadra importante. Aspettiamo Il 21 ottobre 2012 e 3 marzo 2013. Vogliamo la nostra rivincita”,

Napoli, la città, le piace?
«Moltissimo, dai luoghi alle persone: ai miei ho detto che la gente, per la passione, ricorda molto i kosovari. Si parla spesso male di Napoli, ma vi racconto una cosa: ho dimenticato la carta di credito dal benzinaio e dopo un paio di giorni mi ha rintracciato. Non me n’ero neanche accorto. Gli ho portato una maglia: un ottimo scambio».

Un luogo e una pietanza? «Capri e la mozzarella, non mangio altro. Ma mi dicono che è così per due mesi? Poi ti calmi».

 

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