La nuova veste tattica del Napoli: dubbi e certezze

La preparazione pre-campionato del Napoli è entrata nel vivo: già 3 amichevoli, di cui una di lusso contro i giocatori vice-campioni d’ Europa  del Bayern Monaco, che hanno dato delle indicazioni significative di natura tecnico-tattica, facciamo il punto del nuovo Napoli:

Mazzarri ha annunciato e presentato un nuovo modulo tattico, il 3-5-1-1, ma questi sono solo numeri. Cambia, infatti, ben poco rispetto al 3-4-2-1 dello scorso anno: l’ unica differenza netta è l’ arretramento del trequartista, Marek Hamsik, a mezz’ala di centrocampo. La nuova chiave tattica, secondo il tecnico toscano, è proprio questa: lo slovacco giocando a centrocampo sarà molto più coinvolto nella manovra, ma, inevitabilmente, meno in zona calda. Dopo queste prime uscite, ci sono ancora dei dubbi circa questa nuova posizione di una pedina così fondamentale  nello scacchiere del Napoli.

La più grande incognita: può il Napoli fare a meno della concretezza sotto porta dello slovacco?

Altra novità del reparto consiste nel partner di Inler, che non sarà più Gargano, che anzi viene visto dall’ allenatore come un suo vice, bensì, con ogni probabilità, il  nuovo acquisto Berhami, definito “uomo ovunque” dal tecnico di San Vincenzo; in alternativa Dzemaili, che ben figurò nella seconda parte della scorsa stagione. Coppia svizzera, dunque, a centrocampo, con una retrocessione dell’ uruguaiano, che potrà quindi considerare anche la possibilità di andar via. Gargano è uno di quei giocatori che aiutano la difesa, col fiato sul collo degli avversari, uno stakanovista, partner ideale di un giocatore più statico, volto alla regia, come Inler. Lo scorso anno, anzi, molte furono le critiche rivolte a Gargano, che, però, non fece altro che risentire della cattiva condizione dello svizzero, poco lucido in cabina di regia e molto arrugginito dal punto di vista atletico. El Mota si prendeva le critiche, ma era lui che “portava avanti la baracca“. Da qui nasce qualche altro dubbio:

Inler a centrocampo è inamovibile, bene o male che faccia, è un investimento da salvare, ma il Napoli può sopperire alla mancanza di un giocatore come Gargano, considerando specialmente una delle difese più ballerine del campionato?

Passiamo agli esterni: sulla destra, ovviamente, inamovibile Maggio, giocatore chiave con le suo incursioni negli schemi di Mazzarri, e indispensabile per dare fisicità alla squadre. Sulla sinistra, invece, c’è qualche dubbio in più: il tecnico sta valutando l’ ipotesi stabile di Zuniga a sinistra, che varierebbe leggermente il gioco, rispetto ad un mancino puro. Lui che è un destro, infatti, tende a rientrare, quindi un giocatore che sfornerebbe meno cross per gli attaccanti e tenterebbe di più il passaggio filtrante o il tiro. Per ora il mancino in casa azzurra è Dossena, giocatore che lo scorso anno non convinse, ma che si è messo in mostra a Dimaro. In generale comunque un mancino puro garantirebbe un gioco più veloce sulla fascia, la possibilità di poterlo servire sul fondo e quindi, rispetto ad un destro, ci sarebbero molti più cross pericolosi sui quali Cavani potrebbe avventarsi.

Per quanto riguarda il pacchetto arretrato, a difendere i pali ci sarà anche quest’ anno Morgan de Sanctis. Sul portierone, reduce dall’ esperienza dell’ Europeo, non ci sono dubbi, semmai a scaturire qualche incertezza è il suo vice, Rosati, che starebbe prendendo in considerazione la possibilità di giocare titolare da qualche altra parte. Il reparto difensivo sarà poi composto dalla terna: Campagnaro,Cannavaro e Britos. La novità sarà, quindi, il difensore uruguaiano, lo scorso anno alle prese con problemi fisici. Rispetto al terzo di difesa dello scorso anno, Aronica, il pupillo di Mazzarri darà molta più fisicità al reparto, che ne ha bisogno, qualche dubbio riguarda solo il giocatore che deve ancora mostrare di che tipo è la sua caratura. Partirà dalla panchina Federico Fernandez che quest’ anno si sente molto più maturo e chiede più spazio.

L’ analisi si completa con il capitolo attacco, quest’ anno povero di Lavezzi. In questa nuova veste tattica, a supportare l’ unica punta, inutile a dirlo, Edinson Cavani, ci sarà un solo giocatore, Pandev. Non ci saranno più, quindi, due mezz’ali, lo scorso anno il Pocho ed Hamsik. Domanda:

Impossibile mettere in discussione le qualità di Cavani, ma il numero 7 partenopeo, sarà in grado di segnare lo stesso numero di gol delle scorse 2 stagioni senza un giocatore come Lavezzi che con il suo estro e la sua rapidità tagliava e scardinava le difese avversarie?

Pandev è un giocatore diverso dall’ argentino: nelle corde del macedone c’è l’ ultimo passaggio, la finalizzazione e il gioco spalle alla porta, qualità che potrebbero, a lungo andare, fare a cazzotti con Cavani. Lo scorso gennaio, la società acquisto Vargas, giocatore con caratteristiche simili al Pocho, che però non sono mai state mostrate con la maglia azzurra, mentre Insigne, che di qualità ne sta mostrando, è un giocatore che Mazzarri vuole centellinare. Oggettivamente le caratteristiche, non solo tecniche, ma anche umane del talento di Frattamaggiore sono molto più simili a quelle del neo-parigino, ma lo sappiamo, il tecnico non è molto propenso ad affidare responsabilità ai giovani. Ultima domanda:

Da anni De Laurentiis proclama un Napoli under 25 e una politica di crescita del proprio vivaio, ma al contempo l’ allenatore mette in campo giocatori con la carta d’ identità usurata; può una piazza crescere con dirigenza e parte tecnica che operano seguendo idee nettamente contrapposte?

 

Domenico Passaro (Twitter: @forevernaples)

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