Un piccolo Napoli si scioglie come la neve del Ferraris

Troppo brutto per essere vero. Il Napoli visto al Ferraris è stato uno dei più brutti visti in stagione ed ancora una volta sono emerse quelle lacune, che gli azzurri si portano dietro da circa tre mesi, a cui non si riesce ad ovviare, poichè risulta ancora ignota la loro natura. E’ incredibile, infatti, come questa squadra sia capace di trasformarsi asseconda della squadra cui si trova di fronte.

Solo quattro giorni fa, vittoria sull’Inter, una delle squadra più in forma d’Italia, con un prestazione più che gagliarda, ieri pomeriggio al Ferraris, completamente passivi alle scorribande del Genoa.  Non inganni il punteggio, il 3:2 subito a Marassi nasconde una prestazione decisamente sottotono., nella qualità del gioco espresso e nella condizione fisica di molti uomini.

Mazzarri ha mischiato, per l’ennesima volta, le carte in tavola dando un turno di riposo a Cavani, Maggio, Inler ed Aronica, in vista del tour de force che vedrà il Napoli impegnato 14 volte in quasi due mesi. I risultati, come spesso è accaduto in questa stagione, sono stati pessimi. Pandev, Zuniga, Dzemaili e Britos non hanno reso secondo le aspettative, e come se non bastasse il reparto difensivo è finito nuovamente dietro la lavagna, autore di scelleratezze che hanno agevolato il compito dei grifoni così come Lavezzi non ancora in condizione, nonostante il gol messo a segno.

Di fronte, Palacio e Gilardino erano in stato di grazia, così come Kucka, ma in realtà tutto il Genoa ha giocato benissimo, mettendo in campo la grinta e la voglia  necessaria per vincere e cancellare l’onta della sconfitta subita all’andata. Missione compiuta, anche perchè la partita era virtualmente finita quando Palacio ha messo a segno il terzo gol rossoblu, la sua doppietta personale, intervallata dal gol di Gilardino.

Solo allora il Napoli ha mostrato un briciolo di dignità, cercando si chiudere il Genoa nella propria tre-quarti nel tentativo di una clamorosa rimonta, impossibile ad un quarto d’ora dalla fine, ma che stava incredibilmente diventando realtà se Frey non avesse respinto una bordata da fuori di Dzemaili.

Non sono bastati, infatti, i due gol che il Napoli ha segnato nel giro di novanta secondi. Prima Cavani (subentrato a Zuniga) su cross di Maggio (subentrato all’infortunato Cannavaro), poi Lavezzi riaccendevano la fiamma della speranza, ma non c’è stato niente da fare: il Genoa ha tenuto fino alla fine, portandosi meritatamente i tre punti a casa.

C’è rabbia, c’è delusione e non si può che rimanere attoniti guardando questa squadra, che avrebbe nelle sue corde le potenzialità per mettere in difficoltà qualsiasi squadra, riesce a farsi del male da solo come nemmeno il più fanatico autolesionista sarebbe in grado di fare. Errori imperdonabili, come quello di Campagnaro in occasione del raddoppio di Gilardino, che stanno costando punti preziosi ed è un peccato perdere in questo modo. Vedere le altre concorrenti annaspare e non approfittarne fa male, si rischia mandare a rotoli una stagione che voleva un Napoli confermarsi e lottare addirittura per lo Scudetto.

Ad essere onesti, il Napoli non è una squadra che può puntare a vincere il tricolore, non lo è mai stata, ma non è nemmeno una squadra da settimo-ottavo posto, come affermato da Mazzarri. La squadra ha buone individualità, ha sicuramente qualche carenza, e difetta della personalità ed il carattere che sono propri della grande squadra: i ragazzi sentono la pressione e la responsabilità di dover dimostrare di non essere solo un fuoco di paglia, ed il loro modo di stare in campo ne è una prova inconfutabile.  Ma non è così che si vince.

Ci vuole tranquillità, quella che dovrebbe essere trasmessa dall’allenatore che, invece, è il primo a perdere in controllo. Lo si nota in quello che dice in settimana, prima della partita e dopo la partita, e soprattutto durante la partita, dove ultimamente la tensione gli ha giocato brutti scherzi. Molto spesso il Napoli ha perso lucidità, andando spesso in confusione a causa di continui cambi di modulo, mal digeriti da alcuni calciatori.

Non è il caso, però,  di fasciarsi la testa prima di essersela rotta. La stagione è ancora lunghissima ma è chiaro che bisogna cambiare registro. Così non si va avanti. L’occasione di un pronto riscatto sarà la partita in casa  contro il Cesena. Non ci saranno scuse che tengano: poche chiacchiere e tre punti in più, l’unico diktat da seguire.

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