Quell’abbraccio che vale più della vittoria: un regalo di Natale anticipato per Maurizio Sarri

Quell’abbraccio vale più di mille parole. Ha una sua bellezza proprio perché è semplice, spontaneo, inaspettato. Uno spot per il calcio tutto. Nello stesso giorno in cui i calciatori della Roma si ricordano di avere un allenatore, Gonzalo Higuain, dopo la rete con l’Atalanta, conferma il suo straordinario legame con Maurizio Sarri, l’allenatore che, per sua stessa ammissione, gli ha dato più di tutti quelli che ha avuto in passato. Un abbraccio che certifica ancora di più il grande legame che si è creato nell’ambiente tutto, senza escludere nessuno.

Quell’abbraccio ripaga Sarri di tutta la gavetta in questi anni. Lo ha sottolineato in conferenza stampa, come suo solito, con umiltà e serietà: allena un gruppo fantastico reso ancora più speciale da lui, quell’uomo tutto semplicità e lavoro, capace di conquistare campioni osannati ed acclamati in tutto il mondo, idoli di piazze, tifoserie e quant’altro. Certe cose non hanno prezzo. Un Napoli così non ha prezzo: tutto cuore e qualità, tutto un concentrato di cazzimma e concentrazione, una unica entità, vincente. Questo fa sì che ogni difficoltà passi in secondo piano: il pareggio immediato o l’espulsione di Jorginho non gravano ai fini di un risultato che la squadra va a prendersi con determinazione e rabbia, con l’essenza della grande squadra che fiuta il suo obiettivo e lo centra. In quell’abbraccio c’è anche questo: la mentalità, la voglia di superare ogni avversario ed ogni apparente limite, la voglia di andare sempre oltre e migliorarsi per continuare un viaggio cominciato nel silenzio generale e arrivato, a dicembre, a raccogliere l’entusiasmo di tutti, scettici compresi. Non si pronunci la parola Scudetto, ma un Napoli così ha già vinto: bello, cinico, unito, affiatato, ordinato. Anche quando non gioca la sua migliore gara in termini di prestazione generali, l’undici di Sarri vola e non smette di stupire. Sempre più in alto.

Non se lo aspettava quell’abbraccio, Maurizio: un altro regalo di Natale anticipato per quel tecnico in tuta arrivato a Napoli quasi come se fosse un segno del destino, per cambiare il destino (e la storia, perché questo Napoli sta scrivendo pagine importanti) di una squadra che vive in simbiosi col suo tecnico. Seguito alla lettera, più volte elogiato, bravo a coccolare i suoi ed anche a rimproverarli. Lo sa Hamsik dopo Bergamo: i rigori saranno i compiti per quelle vacanze natalizie che lui nemmeno accetta, perché un uomo così non puoi toglierlo dal campo per un periodo troppo lungo. Quello è il suo habitat, dove le sue idee diventano fatti, dove la dialettica lascia spazio alla logica, dove il concetto prende forma, come se fosse il filosofo Hegel a parlare. Il campo, soprattutto, è il luogo dove maggiormente i suoi calciatori gli dimostrano riconoscenza e, sicuramente, lo rendono orgoglioso: segnando, vincendo e soprattutto abbracciandolo: la vittoria più bella di Sarri sta proprio in quella corsa del suo giocatore più rappresentativo, arrivato in panchina solo per stringerlo forte e dirgli “Grazie, mister”, a modo suo.

Gennaro Donnarumma
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