Due napoletani a Verona: più bella cosa non c’è…

Tutti ce l’aspettavamo. Non abbiamo fatto altro che pensare a come sarebbe stato bello. Massacrante. Definitivo. Quando a inizio secondo tempo la partita s’è accesa, Insigne è finito sotto i fischi del Bentagodi. Lui, innervosito e impacciato, è rimasto in campo. Sarri l’ha lasciato sfogare come sapeva. Fino al minuto 22, quello benedetto, quello dei “pazzi” nella smorfia. Lorenzo si è infilato in area con un’incursione dal centro, proprio dove Mandorlini aveva piazzato mezza squadra per frenare il Napoli. Palo gol, e tutti a casa. Il raddoppio di Higuain è già storia, con annessa azione personale proprio di un ritrovatissimo Insigne.

Il pomeriggio del Bentegodi si è trasformato in una goduria per Napoli e i napoletani. Checchè ne dica L’Arena di Verona, che in un editoriale pubblicato questa mattina firmato da Luca Mantovani, si dice offesa per i gesti di Insigne. “È un maleducato – scrive il giornale scaligero – Questi non sono certo gesti che fanno piacere a una città come Napoli, anche perché il tifoso veronese non ha mai vissuto la sfida con i partenopei con la tensione che accompagna il derby con il Chievo, con il Vicenza, le partite con le grandi della A come Inter, Milan o Juve”.

Insomma, forse gli amici di Verona si aspettavano baci e abbracci da parte di Insigne dopo il gol. Forse, per un attimo, hanno messo da parte anni di rivalità sconfinata in violenza gratuita (verbale e fisica, da parte di entrambe le tifoserie, precisiamolo). Forse hanno dimenticato quello striscione rivolto a José Dirceu (numero 10 brasiliano che giocò 3 mondiali e 3 olimpiadi con la maglia verdeoro) colpevole di essere passato dal Verona al Napoli: “Ora non sei più straniero, Napoli ti ha accolto nel continente nero”. Oppure, infine, forse a scottare è ancora il pallonetto da 45 metri in uno storico 5-0 per gli azzurri, con cui Maradona decise di vendicarsi proprio contro il Verona della sconfitta al suo esordio in Italia.

Della partita di ieri, insomma, rimane un’enorme soddisfazione. Perché sono stati proprio due napoletani (Sarri e Insigne) a risolverla. Uno con la pazienza, l’altro col talento. Con buona pace degli amici veronesi. Che prima di osservare le pagliuzze altrui, farebbero bene a guardare le travi nei propri occhi. Lo dice anche Gesù.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Raffaele Nappi

Home » Notizie Napoli Calcio » Editoriale » Due napoletani a Verona: più bella cosa non c'è...

Impostazioni privacy