Sogni ed emozioni, la notte più bella per Simeone e il suo Napoli

È in corso il 41′ di Napoli-Liverpool. Gli azzurri stanno disputando un primo tempo celestiale, in vantaggio 2-0 sui finalisti dell’ultima edizione della Champions League dopo aver preso un palo e sbagliato un rigore.

Protagonista di entrambe le azioni è stato Victor Osimhen che, però, è ora costretto ad abbandonare il terreno di gioco per un risentimento muscolare. Luciano Spalletti sceglie di sostituire il nigeriano con Giovanni Simeone, preferito all’ultimo a Giacomo Raspadori, lo guarda dritto negli occhi e gli grida “Buona fortuna!”.

Al 40′ e 49” il Cholito esaudisce il suo sogno. Giocare in Champions League almeno una volta, proprio come simboleggia il tatuaggio sul suo polso sinistro. Un segno che, a 14 anni, ha voluto marcare sulla sua pelle in modo indelebile.

Napoli Simeone Champions League
FOTO: Getty – Napoli Simeone

“Avevo 14 anni e il mio sogno è sempre stato giocare la Champions League– ammette commosso Simeone nell’intervista post partita. 12 anni dopo sono qua, ho realizzato il mio più grande sogno. È stato emozionante” – afferma ancora il Cholito con una voce quasi interrotta dalle lacrime di gioia.

Sogni. Emozioni.

Il destino a volte sa essere crudele, ma ieri sera non avrebbe potuto confezionare un regalo migliore all’argentino. Le parole chiave di una partita storica – tanto per lui quanto per il Napoli – sono proprio queste. Parole che, nel giro di tre minuti e sette secondi, diventano fatti.

All’esordio assoluto in Champions Simeone trova il 3-0 al primo pallone toccato. È il gol più importante della sua vita, ma è incredibilmente pesante anche per il Napoli, che mette in ghiaccio i tre punti già nel primo tempo.

Simeone tatuaggio Champions League
FOTO: Getty – Simeone Napoli Liverpool

Non possono però passare inosservati i sentimenti. Dopo aver segnato il terzo gol azzurro, l’argentino si sdraia sul magico prato del Maradona (lui che è il primo argentino a segnare in questo stadio da quando è stato rinominato), rimanendo coricato per quasi 20 secondi.

Si mette le mani sul volto, avvolto dalle lacrime e travolto dalla gioia incontenibile di un 27enne che, per qualche indimenticabile attimo, ritorna bambino. Timido e insicuro, ma emozionato sognatore come un ragazzo di 14 anni che, ogni giorno, pensa alla sua serata più bella. Dettaglio dopo dettaglio.

Di Lorenzo capisce l’importanza del momento e spinge Simeone sotto la Curva, perché anche lui provi l’emozione di essere pervaso dall’amore incondizionato di un popolo unicamente straordinario. Le sue braccia sono quanto più aperte possibili, quasi a voler immagazzinare per sempre l’affetto della sua gente in un abbraccio a distanza, ma non virtuale.

Napoli Liverpool Simeone
FOTO: Getty – Simeone Napoli

Lo sapevo, è stata la risposta – un po’ tremebonda – alla domanda sul gol che gli è stata posta nel post partita. Sapevo sarebbe arrivato perché ero pronto. Non so spiegarlo, è difficile da esprimere a parole” – ha dichiarato, quasi come se qualcuno, da lassù, gli avesse inviato un segnale.

Quel che è certo, tuttavia, è che ieri sera Simeone non è stato l’unico a provare emozioni così forti. Anche lui ha contribuito a regalare un sogno che, a Napoli, non si viveva da fin troppo tempo.

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