ESCLUSIVA – Inler: “Un orgoglio la maglia del Napoli, il San Paolo era micidiale. Ho consigliato a Kim di venire”

Quattro anni a Napoli non si dimenticano: Gökhan Inler, centrocampista svizzero oggi all’Adana Demirspor in Turchia, ha raccontato ai microfoni di SpazioNapoli cosa significa per lui Napoli e cosa ha provato nel vestire la maglia azzurra.

Quali sono le differenze tra il calcio italiano e quello turco?

In Italia, ma anche in generale, le squadre sono più forti, si gioca molto tatticamente. Il Napoli è ancora più speciale, c’è più pressione, si deve sempre vincere. Quando sono arrivato il motto era “devi vincere”. In Turchia è più fisico, meno tattico, ma sono cresciuti anche li con il livello, quindi non è semplice“.

Cosa hanno in comune Napoli e la Turchia?

La gente, è simile, sono caldi, sempre positivi, più tranquilli. Napoli e la Turchia sono simili, anche per questo mi sono trovato molto bene“.

Cosa ti manca di Napoli?

Mi manca la gente, parlare con loro, il contatto. Mi manca il cibo, le amicizie che ho costruito. È casa mia, devo sempre tornare, e quando torno mi fa sempre molto piacere“.

Qual è la prima cosa che ti dicono i napoletani quando ti vedono?

Leone, sempre. Vengono subito da me, fanno le foto, chiedono gli autografi. Ci sta secondo me“.

Ci racconti la storia del leone?

Abbiamo avuto un test a Castel Volturno, il Presidente era li con me e pensava come presentarmi sulla nave. Pensando si è girato, ha trovato la maschera di leone, che era del Pocho Lavezzi e che poi mi ha regalato, e il Presidente ha capito cosa fare. Abbiamo messo la maschera e abbiamo fatto anche la presentazione della nuova maglia, due in uno. È stato molto speciale, non vedi quasi mai delle presentazioni con la maschera“.

Mazzarri, Benitez e Sarri: cosa puoi dirci di loro?

Mazzarri è uno che lavora su ogni dettaglio, si lavorava a due sistemi, non solo ad uno. Viveva per il calcio. Benitez grande uomo, prepara tutto in modo perfetto, partite, allenamenti. Guarda molto le statistiche. Con lui siamo migliorati tantissimo, ha aiutato a migliorarsi non solo i giovani ma anche i più esperti. Lo stimo, è un allenatore fortissimo. Non posso dire molto su Sarri, l’ho avuto solo un mese, ma già dal primo giorno si vedeva che lui voleva giocare a calcio, voleva divertirsi. Faceva dei lavori extra con la difesa. Si è visto che il Napoli giocava il tiki-taka“.

Kim è il difensore più forte della Super Lig?

È uno dei più forti, è un professionista, un uomo squadra, che da sempre il massimo. Non è semplice giocare con il Fenerbahce, ha fatto molto bene nonostante la pressione. Secondo me farà bene, lui è uno che lavora, vuole imparare. Ci ho parlato e gli ho spiegato il Napoli. Qui non è semplice, bisogna essere pronti dal primo minuto. Ha una grande chance, al Napoli può diventare più forte e deve imparare tantissimo. Mi ha chiesto un po’ di dettagli. Gli ho consigliato di venire, per me Napoli è una piazza che un calciatore deve vivere“.

Chi è il tuo ex compagno più forte del Napoli?

Devo fare un paio di nomi. Tutti erano fortissimi, io lavoravo per loro. Hamsik, Lavezzi, Cavani, Dries, Koulibaly, fortissimi, amavo giocare con loro, era un onore per me. In particolare posso dire il Pocho, mi ha impressionato sempre, è speciale. Ci sentiamo anche oggi, siamo amici. Lui è davvero qualcosa di speciale“.

Dove arriverebbe oggi quella squadra?

Secondo me molto in alto, avevamo giocatori che erano forti anche in panchina. Se quella squadra fosse rimasta tanti anni potevamo lottare per traguardi importanti“.

Con chi hai mantenuto i rapporti di quel gruppo squadra?

Con Marek mi sento, con Maggio, Cannavaro, con il Pocho, Dries, Koulibaly, Ghoulam, De Sanctis. Con tanti di loro. Anche loro sanno che quel Napoli era speciale, era diverso. Ricordo la prima partita in casa contro il Villarreal, in Champions League. Era la prima volta in Champions, la bolgia del vecchio San Paolo era micidiale. Ero il 20/30% più in forma, si è visto subito che noi eravamo più forti del Villarreal“.

Hai qualche rimpianto?

Forse avrei fatto qualche anno in più con il Napoli. Sono stato quattro anni molto bene, ma non cambierei nulla, è stato davvero bellissimo“.

Gokhan Inler Napoli (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)

C’è un giocatore della Super Lig che consiglieresti agli azzurri?

C’è uno che può fare al caso del Napoli, Yunus Akgun del Galatasaray. Ha fatto due anni con noi, è migliorato. Il Napoli farebbe bene a puntare su un giocatore così, l’unico problema è il suo status da extracomunitario. Può imparare, è ancora giovane“.

Come vedresti Balotelli nel Napoli?

Senza dubbio è un grandissimo giocatore. Chi ha la chance di andare al Napoli deve prenderla. Quello che vivi a Napoli non puoi viverlo quasi da nessuna parte. Mario è una punta, può stare con i due attaccanti con uno che va in profondità. Lui girà più intorno, sa tirare bene, è un giocatore così“.

Cosa significa per te Diego Armando Maradona?

Grazie a lui siamo venuti a Napoli. Il Napoli è famoso grazie a Maradona, non è semplice portare un fenomeno come lui a Napoli. Dico sempre che per me è stato un onore giocare con questa maglia, e chi può indossarla deve essere orgoglioso“.

Un saluto ai tifosi.

Grazie a tutti i tifosi per il vostro sostegno, state sempre sul pezzo. Anche io sarò con voi, Napoli per me è sempre una piazza che si deve vivere. Un saluto a SpazioNapoli. Quando ho tempo torno a Napoli, mi vedrete. Forza Napoli sempre!“.

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