Due pesi e (ancora) due misure: ora urge modificare il protocollo VAR

È accaduto ancora. In Italia è ormai consuetudine che dopo aver subito un presunto torto arbitrale ci si sfoghi in conferenza stampa, per poi vedersi restituito il tutto con gli interessi nel giro di poche giornate. Non sappiamo se sia stato questo il meccanismo inconscio scattato nei confronti della Roma, che solo 7 giorni fa sbottava per la questione della rete annullata ad Abraham a Torino contro la Juventus. Ciò che si può dire, senza paura di smentita, è che il Napoli è stato fortemente penalizzato dall’arbitraggio di Massa all’Olimpico, forse anch’esso vittima di quello stesso ragionamento inconscio di cui sopra.

GLI EPISODI DI ROMA-NAPOLI

Gli episodi sono eloquenti: Abraham è stato graziato almeno due volte da un’espulsione che sarebbe stata sacrosanta. La prima quando, già ammonito, alza un piede in faccia a Zielinski. In passato episodi del genere sono stati puniti con il rosso diretto, l’attaccante della Roma invece è stato graziato. E anche nel secondo tempo il centravanti inglese se la cava, andando a colpire Ospina con il piede a palla ampiamente tra le braccia del portiere del Napoli. Va detto, per onestà, che il VAR non può intervenire per episodi da secondo giallo, ma le sviste di Massa in questo caso sono stato evidenti.

Abraham zielinski fallo
Fallo Abraham Zielinski

L’altro episodio, che apre un capitolo anche più ampio della discussione, è quello che accade in avvio di secondo tempo con Anguissa toccato in area di rigore da Vina, con il mediano azzurro che cade non potendo arrivare sul pallone. Il protocollo VAR dice che l’arbitro al monitor non può intervenire per contatti giudicati dal direttore di gara in campo, a meno di “chiaro ed evidente errore“. Ora, chiariamoci, il contatto tra il difensore della Roma e il calciatore azzurro a velocità reale sarà sfuggito al 99% di coloro che, tra stadio e TV, hanno visto la partita. Siamo sicuri che l’arbitro Massa abbia realmente visto il contatto, tanto da giudicarlo non meritevole da calcio di rigore? Non lo sappiamo, questo perché non si ha la possibilità di ascoltare in presa diretta i dialoghi tra arbitro in campo e VAR.

Vina Anguissa Roma Napoli rigore
Vina Anguissa Roma Napoli

DUE PESI E DUE MISURE, LA DIFFERENZA CON INTER-JUVENTUS

Ciò che poi fa arrabbiare i tifosi partenopei non è nemmeno l’arbitraggio rivedibile di Massa, ma la mancanza di uniformità di giudizi nell’arco di poche ore. Il posticipo serale, infatti, è stato fortemente orientato dal rigore fischiato per fallo di Dumfries su Alex Sandro all’88’ di Inter-Juventus. L’arbitro Mariani, che si trovava a pochi metri dai due calciatori e che aveva ampiamente fatto cenno di aver visto il contatto giudicandolo regolare, è stato invece richiamato al monitor, cambiando (giustamente, ndr) la sua decisione. Perché diciamolo, il rigore per la Juventus è netto, solare. Ciò che non convince è l’intervento del VAR, che sconfessa il protocollo e il passaggio sul “non intervenire sui contatti visti e giudicati dall’arbitro in campo”.

Rigore Inter-Juventus VAR
Rigore Inter-Juventus

Perché in Inter-Juventus il VAR ha chiamato l’arbitro e in Roma-Napoli è rimasto silente? Perché questa differenza nei modi di fare? Il dubbio resta. Entrambi gli episodi, rivisti al monitor, sono chiari: sono calcio di rigore; ma a velocità naturale, dal campo, potevano sfuggire. Cosa hanno detto i due VAR nell’occasione? Qual è stata la discriminante che ha permesso l’intervento in una partita e non nell’altra?

FATECI ASCOLTARE, LA SOLUZIONE PER SPAZZARE VIA OGNI DUBBIO

Per rispondere a queste domande, che servirebbero soprattutto per la comprensione del regolamento (ancora troppo confuso), ma soprattutto per spazzare via ogni dubbio su complotti e teorie particolari, basterebbe applicare una modifica al protocollo VAR. O meglio, renderlo più limpido, facendo ascoltare le conversazioni tra i direttori di gara in tempo reale allo stadio. In America, in uno sport seguito come il Football e in una Lega come la NFL, ciò già accade. Non esistono dubbi e non esistono polemiche. L’appello all’AIA e a tutte le istituzioni calcistiche è semplice: “fateci ascoltare“.

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Pasquale Giacometti

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