Ancelotti: “Nel calcio le difficoltà possono diventare opportunità. Mi piace quello che faccio, a Napoli si sta da Dio!“

Carlo Ancelotti ha parlato durante la presentazione del libro di Alessandro Alciato, Demoni. Queste le sue parole:

“Alessandro è un buon amico, un ottimo scrittore, di calcio ne capisce poco (ride). Le luci della ribalta spesso nascondono difficoltà, nel mio mestiere hai a che fare con delle persone. Le difficoltà che saltano fuori quando sei giovane sembrano più grandi. Nello spogliatoio si vedono chi sono le persone, di Ibrahimovic si ha un’immagine diversa da quello che è davvero. Se ci si crede, le difficoltà diventano una opportunità per migliorare. Nella vita come nel calcio”
Non è facile, non bisogna essere troppo negativi nel valutare le cose. Occorre il massimo equilibrio, tante volte un problema ritenuto grande ha una soluzione semplice.

Kaladze visse la vicenda del fratello con dignità, prima di una partita di Champions gli dissi che se voleva poteva andare a casa ma lui volle giocare.

“Ho avuto momenti difficili ma non li ho mai considerati cose gravissime. Li chiamavo problemi lavorativi, mi hanno formato caratterialmente. Infortuni sul lavoro esistono, è molto più importante e grave di una sconfitta. Il calcio è una metafora importante della vita, la vita è piena di problemi più gravi di una partita di calcio. La sconfitta ce la sentiamo addosso. Le cose negative ci rimangono addosso più delle cose positive. A Napoli si sta da Dio!

L’episodio di Instabul è frutto di un percorso in cui ci sono cose negative e positive. Ho cercato di farmi restare addosso il 2003 e il 2007. Dopo una vittoria si festeggia, festeggiare ci fa pensare meglio alla partita successiva.

Il Mestiere che facciamo ci diverte, spesso incartiamo i giornalisti. La gestione del lavoro è complicata ma anche semplice. Devi motivare le persone, sono passi che devi fare ogni giorno. La relazione tra persone è fondamentale per rendere al meglio. Sheva-Inzaghi? Due caratteri diversi, a livello individuale ti devi rapportare in maniera diversa. Sheva magari era più interessato a vedere le cose che sentirle, mentre Pippo il contrario. Non ho trovato dei demoni nei miei calciatori. Il demone per un allenatore è il calciatore egoista o poco professionale.

Sacchi? È stato un innovatore, pretendeva molto dagli altri e da se stesso. Quello è stato il motivo dello stress. Lo stress è difficile da gestire, chi lo sa gestire bene lo trasforma in energia. Non si può vivere senza stress”

Un allenamento non fatto bene può essere un motivo di stress e preoccupazione ma anche un’energia per preparare meglio l’allenamento successivo. 

Dai nostri inviati, Giuseppe Annarumma e Vincenzo Mele

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