In meno di cinque mesi…

Contro la Fiorentina il Napoli ha vinto uno scudetto. Era il 10 maggio 1987, un giorno lontano di un’epoca che appare ancor più lontana. Per il calcio italiano intero, sia chiaro. Ma questo è un altro discorso. Di quel primo scudetto è rimasto poco o nulla, soltanto un ricordo e lo spazio di brevi ricorrenze con cadenza annuale.

Oggi, alla vigilia di Napoli-Fiorentina, di scudetto non si parla più. È una blasfemia riservata a quei pochi che ancora credono in quel “sogno nel cuore” che lo scorso anno è stato inseguito fino all’ultimo. Per il resto, è un tabù. Colpa di una serie di fattori che si sono mescolati creando una nube nera di malumore. Tipo il calciomercato di chi si aspettava nomi roboanti, il caro biglietti a causa del quale sabato allo stadio non saranno più di 20 mila, la querelle infinita tra il Napoli e il Comune della città, la pesantissima batosta rimediata dalla Sampdoria.

Il calcio d’inizio di Napoli-Fiorentina si terrà nel grigiore generale, nel malcontento e nell’insoddisfazione di chi forse ancora non si è ripreso dalla scottatura dello scorso anno. Di chi non ha ancora dimenticato uno scudetto perso all’ultima curva, a Firenze. Sì, con la Fiorentina. In un sabato pomeriggio di Primavera migliaia di tifosi avevano salutato la squadra in partenza per il Franchi da Napoli Centrale. Ci credevano tutti. Molto meno dopo il 3-0 che Simeone inflisse agli azzurri. “Abbiamo perso lo Scudetto in albergo” dichiarò in seguito Maurizio Sarri, con l’ovvio riferimento alla vittoria in rimonta della Juventus sull’Inter la sera prima.

È storia recente di cui qualcuno non vuole fare memoria, ricordi che per molti vanno soppressi. Sono passati poco più di cinque mesi e lo scenario è più che disastrato. Dalla speranza e il supporto per il sogno nel cuore, al disinteresse di 12 mila biglietti venduti. In soli 5 mesi. Bastano tutte le vicende extracalcistiche per giustificare una tale disaffezione alle sorti di Ancelotti e dei suoi ragazzi? Basta un 3-0? A quanto pare sì. Ma forse è solo una tempesta, una grandinata passeggera sul Napoli che poi farà spazio al sereno. Se qualcosa si muovesse, se calasse il sipario sui teatrini allestiti, se si evitassero destabilizzazioni dai piani alti di chi dovrebbe fare il bene del Napoli e invece si fa la guerra, forse il clima si alleggerirebbe. O forse basterà una vittoria contro la Fiorentina.

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