È che il tema elezioni, un po’, ci ha stufati. È che le cose ingarbugliate a noi piacciono poco, che siamo più diretti e preferiamo l’unione, alle divisioni. È che poi i risultati neppure hanno soddisfatto tutti, che ancora non si sa chi sarà la guida del Paese. Ma lasciamoli pure discutere. Qui, la politica non trova spazio. E il pallone ci accomuna.
È che anche i tifosi azzurri, nel loro piccolo, sono stati chiamati a votare. Alle urne dei social hanno dovuto apporre una “x” virtuale. Crederci o non crederci. La sconfitta con la Roma è una legnata da cui qualcuno è guarito, qualcuno è ancora degente. Epperò c’era da decidere. C’era da scegliere se valesse ancora la pena credere nell’impresa o se fosse più comodo gettare la spugna.
Vox populi, vox dei. L’espressione della democrazia s’è palesata e ha deciso: no, il Napoli non deve cedere la presa. Altrimenti che senso assumerebbe quel coro che s’è innalzato a nuovo inno? “Sarò con te e tu non devi mollare”. È stato un calvario di tristezza accompagnato anche ai recenti e dolorosi fatti di cronaca, ma anche i più arrendevoli della notte di sabato si son dovuti ricredere.
Napoli ha scelto di crederci ancora. Di accompagnare fino all’ultimo respiro e fino all’ultima goccia di sudore la squadra, di sostenerla fino all’ultimo secondo del campionato ancora in corso, fino all’ultimo goal, all’ultimo palo, all’ultima parata, all’ultimo urlo di gioia o all’ultimo pianto disperato. Chi vivrà, vedrà. Intanto Napoli ha scelto.
Ha scelto di dar credibilità al coro che ha invaso e conquistato la tifoseria. Ha scelto di sostenere Insigne, che con la Roma non s’è mai arreso e ha ingaggiato un personalissimo duello con Alisson. E che nell’immediato post partita ha spronato i suoi compagni a inseguire il sogno fino all’ultimo. Ha scelto di perdonare gli errori dei singoli, di ricompattarsi in un’unica marcia verso la meta. In questo caso, la maggioranza c’è. Ed ora sta a loro mantenere le promesse e realizzare quel “sogno nel cuore”.
Vittorio Perrone (Twitter: @pervi97)