I post partita sono fatti sempre da analisi, discussioni e commenti, fortemente indirizzati dalla’andamento delle partite. Eppure quest’anno, a prescindere dal risultato, un argomento è stato spesso focale nelle partite del Napoli: la battuta dei calci piazzati. Un fondamentale del gioco del calcio, ancor più oggi dove nell’era del calcio moderno circa l’80% delle reti segnate arrivano da calci da fermo, in cui la squadra di Sarri non ha mai eccelso, nonostante lo scorso anno l’Empoli abbia fatto scuola da questo punto di vista.
Dopo la sconfitta con l’Inter per 2-0 ha fatto tornare l’argomento d’attualità. Sei calci d’angolo battuti da entrambe le formazioni con esiti ben diversi: l’Inter sempre a colpire e che dava l’impressione di essere pericolosa, a differenza degli azzurri che sono apparsi come non mai velleitari. Sul banco degli imputati il “tiratore scelto” di Maurizio Sarri, ovvero l’italo-brasiliano Jorginho. L’argomento è così stato ripreso anche durante la trasmissione “Campania Sport voce ai tifosi” andata in onda su Canale 21, dove un telespettatore ha espressamente chiesto come mai Sarri si sia fossilizzato su Jorginho, nonostante in rosa ci siano anche altri calciatori che sarebbero in grado di battere. Curiosa e particolare allora la risposta data dall’ex portiere azzurro Gennaro Iezzo:
“Per chi guarda le partite da semplice spettatore è normale farsi qualche domanda sui calci piazzati. Io però posso raccontarvi che nel mio Napoli l’ambiente si faceva la stessa domanda su Gargano e perché, nonostante la presenza di Hamsik e Lavezzi, a battere punizioni e calci d’angolo fosse l’uruguayano. La verità è che l’allenatore guarda queste cose tutte la settimana. Ad esempio Gargano a Castel Volturno piazzava 10 punizioni su 10 all’incrocio dei pali“.