E l’ennesima “zampata di Zapata” andata male

Da Livorno a Oporto, due brutte partite molto simili tra loro e con approcci non degni del moderno progetto Napoli.

Eppure, in entrambi i casi, sarebbe bastato poco, un guizzo o una giocata decisiva, per stravolgere i conti finali.

La migliore occasione, al Picchi come al Dragao, è capitata sui piedi di Duvàn Zapata.

Il gigante colombiano, arrivato a Napoli su espressa richiesta di Rafa Benitez e da molti paragonato proprio al fatale Jackson Martinez, ha fallito incredibilmente in entrambi i casi: oggi staremmo parlando del salvatore della patria, di un calciatore capace di regalarci due punti in campionato e mezza qualificazione ai quarti di Europa League.

Ma il calcio è questo, spesso centesimi di secondo e centimetri cambiano la storia e così le etichette di “sprecone”, “pacco” e “bidone” sono state aggiunte al doppio nome dell’attaccante.

Rivedendo entrambe le azioni, ad un 50% di responsabilità dell’attaccante, si aggiunge una pari percentuale di sfortuna, altra razione inevitabile di questo sport.

Il caso Vargas dovrebbe insegnare ad avere più pazienza nei confronti di questi giovani calciatori provenienti da altri continenti e alle prese con un cambio di vita sostanziale: Napoli saprà aspettare ancora Zapata?

Ogni occasione sarà buona per smentire tutti, magari con un altro gol spettacolare come quello di Marsiglia anche i più diffidenti sapranno tornare sui propri passi e innamorarsi di questo ragazzo di Calì.

Antonio Manzo

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