Ancora tu… ma non dovevamo vederci più?
Ci risiamo. Noi che pensavamo di esserceli tolti finalmente di torno, noi in Champions e loro in Europa League, noi in Europa League e loro in Champions. E invece no. Rieccoci, ancora, a braccetto.
Stesso destino, stesso posto, stessa competizione. Siamo finiti, insieme, nel girone dei dannati. Un percorso a ostacoli, più il nostro che il loro (diciamocelo) che ci ha fatti sbucare entrambi nella competizione minore. La vecchia coppa UEFA, la nuova Europa League.
E in campionato? Sono sempre loro (sarà il destino) sulla nostra strada. A noi devono i bambini in curva (multati anche quelli), a noi si riferivano quando parlavano di sfide scudetto e di squadre da vertice.
Ok, nessuno ci aveva pensato prima, perché si sa, il napoletano è scaramantico. Eppure fa strano sentirlo: ma la finale proprio a Torino si doveva giocare? Non vi pare un po’ troppo?
Lo scherzo è bello, e noi ci ridiamo anche su. Sembra quasi che la trappola che avvolge i napoletani e gli juventini non voglia rompersi, sgretolarsi. Sembriamo avvinghiati nel nostro abbraccio nemico. Non ci guardiamo, siamo paralleli, eppure continuiamo a correre con l’altro al fianco.
Beh, alla fine, però, una differenza (se proprio volete) l’abbiamo trovata. No, non ci riferiamo ai 12 punti nel girone rispetto ai loro, alle due corazzate capitate contro le loro (non sia mai!). Non ci riferiamo ai 3 minuti di applausi a scena aperta al San Paolo, alle lacrime, ai complimenti del mondo del pallone rispetto alle loro polemiche e alle loro scuse contro tutto e tutti. E’ stato il campo, è stata la neve, è stato lo spalatore che non spalava. E’ stato il trattore. Stile Juve, si dirà.
Eppure, una differenza c’è: saremo testa di serie. Forse, così, magari a Torino ce ne arriverà una sola delle due. E non è detto che sia quella di casa…
I nostri binari sono destinati a separarsi. Uno giorno o l’altro.
Raffaele Nappi