Il ritorno di Behrami e la maturità, i segreti della vittoria a Genova. L’analisi

Behrami: "Cavani? Non lo so se andrà via. Mazzarri? Spero resti, è un grande. Ho un aneddoto sulla mia capigliatura"

Behrami che giocatore! Il suo rientro consente a Benitez di rimettere al suo posto un sacco di cose dopo il pari con il Sassuolo. La sua prestazione è un condensato di sagacia tattica, prevedere il viaggio della palla quando è nei piedi dell’avversario, cattiveria agonistica, nessuno riesce a passare dalle sue parti (Kucka è stato contrato più volte assaggiando anche i tacchetti dello svizzero) ed equilibrio psicologico. I compagni lo cercano spesso anche nella costruzione dell’azione. Al 3′ è da un suo cambio gioco per Mesto che nasce la prima palla gol. L’esterno pesca libero Pandev in mezzo all’area ma dopo il controllo di petto subisce il ritorno affannoso di Gamberini.

Da analizzare l’esordio di Duvan Zapata. Prestazione anonima. Abbastanza buoni i movimenti di preparazione a dettare il passaggio, molto meno brillante la conduzione palla. Qui risulta impacciato e miope nella visione di gioco. Ma aspettiamo ad esprimere valutazioni affrettate. Sul gioco aereo e lanciato meglio negli spazi potrebbe valorizzare la propria potenza. Staremo a vedere.

Ottima la reazione della squadra a metà della ripresa. Mentre il Genoa, passato al 4-3-3, produceva il suo massimo sforzo per rientrare in partita con Santana che sulla fascia sinistra metteva un po’ in apprensione Mesto e quindi la coppia centrale privata dell’apporto di Albiol (negativa ancora la prestazione di Cannavaro), il Napoli tiene la tensione agonistica del match, sposando il consiglio di Benitez di tenere palla e rallentare il ritmo del gioco. Subito Pandev, Insigne e anche Higuain si mettono a disposizione aiutando i centrocampisti a tenere il possesso. Un atteggiamento da squadra matura, consapevole dei suoi mezzi. Serve anche questo per portare a casa punti preziosi.

FONTE: Il Mattino

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