Napoli recita il “Mea Culpa”. A Roma buttati via due punti

Diciamolo senza mezzi termini: ieri sera, il Napoli ha buttato via due punti, facendosi rimontare dalla Roma, praticamente morta, col morale sotto i tacchetti e con l’unico pensiero di dover tenere a bada l’impeto dei tifosi che, nonostante il pareggio, si è comunque fatto sentire. Bordate di fischi verso una squadra, quella giallorossa, capace di trasformarsi, tra primo e secondo tempo, da fantastico cigno a brutto anatroccolo.

Stessa sorte toccata al Napoli, ma con tempistiche diametralmente opposte. Primo tempo assolutamente inguardabile, eccetto il primo quarto d’ora abbastanza dignitoso, ove la Roma ha meritato ampiamente il vantaggio e che forse andava addirittura stretto il solo gol di scarto inflitto agli azzurri. Secondo tempo, invece, a tutto gas dove si è capovolto il risultato, grazie a due gol fantastici segnati da Zuniga ed il solito Cavani, ed almeno altrettanti ne sono stati sprecati, finendo poi per essere punti dalla solita distrazione difensiva che ha concesso a Simplicio la comoda battuta a rete.

Una partita in cui il nuovo modulo, con un centrocampo a cinque, che non ha dato gli stessi benefici effetti sortiti contro Novara e Lecce, con la squadra rinculata nella propria trequarti, pressata dalla spinta costante dei centrocampisti avversari che, nel primo tempo, hanno spadroneggiato. Una partita in cui sono emerse le solite lacune difensive; su entrambe le marcature giallorosse sono evidenti le pecche di Zuniga-Fernandez sulla prima rete di Marquinho, e dello stesso colombiano in collaborazione, stavolta, di Maggio sulla seconda rete. Due svarioni che dimostrano come l’orchestra suoni la stessa musica anche quando gli interpreti cambiano. E’ un problema non solo tecnico, ma soprattutto di concentrazione, su cui Mazzarri farebbe bene a focalizzarsi, per non buttare via le ultime tre chances per agganciare il terzo posto e soprattutto la Coppa Italia.

Anche stavolta, il tecnico toscano non è esente da colpe. Così come gli va riconosciuto il merito di aver indovinato il cambio Dzemaili-Pandev, (ottima partita del macedone)  non si può non nutrire più di una perplessità sul secondo cambio, ossia Lavezzi per Cavani. Un cambio che, anche a mente fredda e lucida, non ha senso. Non si può rinunciare ad un calciatore come Cavani, a partita ancora in bilico per inserire Lavezzi, assolutamente inconcludente e fuori forma, così come ammesso dal tecnico stesso.
Un suicidio tattico che il Napoli ha pagato a caro prezzo, smettendo di attaccare e lasciando l’iniziativa alla Roma che, va detto, più di tanto non ha costruito, ma tanto è bastato per rovinare la festa agli azzurri, che forse già sentivano in tasca il peso di tre punti pesantissimi.

Per carità, un punto all’Olimpico non va mai disprezzato ed alla fine del primo tempo chiunque avrebbe firmato in bianco per un punticino, ma non si può non recriminare dopo quanto visto nella ripresa, e soprattutto alla luce di quanto potrà accadere nella partite delle dirette concorrenti del Napoli. Se Udinese ed Inter dovessero battere, rispettivamente, Lazio e Cesena ci troverà di fronte ad uno scenario davvero elettrizzante, cioè quattro squadre a 55 punti, a tre giornate dal termine. Un finale degno dei migliori libri gialli ma che costituisce per il Napoli un grosso rimpianto. Due punti in più o in meno possono avere un peso specifico davvero rilevante nella corsa alla Champions che, adesso, potrebbe diventare una vera e propria roulette russa.

Il Napoli però, a differenza delle altre rivali, può avvalersi della benevolenza del calendario che offre, in questi ultimi tre turni, il Palermo in casa, al Dall’Ara di Bologna e l’ultima in casa, contro il Siena. Tre partite che sulla carta sono abbordabili, ma che il Napoli, a causa dei suoi limiti, potrebbe rendere molto più difficoltose di quanto sembrino. Speriamo naturalmente che non accada nulla di tutto questo e che l’Olimpico possa essere l’ultimo passo falso di questo campionato, da chiudere in bellezza.

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