E’ l’ora della critica e del sostegno: è anche quella di Vargas?

La sonora sconfitta subita per mano dell’Atalanta certifica che il Napoli è nel bel mezzo di una crisi fisica e psicologica molto pesante. Analizzando le ultime tre sconfitte è evidente come gli azzurri abbiano retto (a fatica) solo il primo tempo per poi crollare fragorosamente nella ripresa. La voglia, la cattiveria, gli stimoli e il cuore della squadra di Walter Mazzarri sono rimasti a Londra, negli spogliatoi dello Stamford Bridge.

Peccato per l’epilogo amaro di un’annata comunque storica: la stupenda avventura della Champions League (che mancava da 21 anni) e la finale di Coppa Italia del prossimo 20 maggio (che il Napoli non disputava da 15 anni) resteranno per sempre nella memoria dei tifosi partenopei. Tifosi che a volte dimenticano che 8 anni fa la loro squadra del cuore giocava contro il Chieti e il Martina Franca. A tal proposito ha ragione Antonio Corbo, editorialista de La Repubblica, quando afferma che: E’ stato ingiusto fischiare il Napoli, mortificando chi ci ha fatto anche sognare. Rinnegando un amore, adesso che ne scopre età, affanni, rughe. Ha perso ieri anche il pubblico. Facile cantare dopo le vittorie”.

Ora che il terzo posto sembra una chimera irraggiungibile e che, allo stesso tempo, la partecipazione alla prossima Europa League è cosa fatta sorge una spinosa questione: che fare delle ultime, inutili, giornate di campionato? Mazzarri avrà come primo obiettivo quello di sfruttare queste sei partite per ridare un tono fisico e mentale quantomeno accettabile al suo gruppo, cercando di ritrovare testa e gambe in vista della finale di Coppa Italia (è inutile aggiungere che se il Napoli di fine maggio sarà come questo di metà aprile la finalissima con la Juve sarà uno strazio e probabilmente un’ umiliazione per i sostenitori campani).

La seconda missione del tecnico azzurro sarà (speriamo) quella di lanciare quei calciatori giovani e costosi, che fino ad ora si sono visti pochissimo. Nel disastro di ieri, ad esempio, la prestazione offerta da Federico Fernandez è stata dignitosissima. El pajaro quando gioca nel suo ruolo naturale, quello di centrale di difesa, non tradisce mai: non è un caso che molti club seguano molto attentamente le prestazioni dell’argentino nonostante lo scarso minutaggio accumulato quest’anno. Ma soprattutto le ultime sei sfide potrebbero essere utili per dare spazio ad Edu Vargas: la seconda punta cilena fino ad ora è stata utilizzata pochissimo, spesso come terzino alto e sempre in situazioni disperate. Mazzarri e De Laurentiis in verità  hanno sempre sottolineato come il sudamericano sia stato acquistato più per il Napoli del futuro che per quello del presente, ma ora che si presenta una possibilità concreta di buttarlo nella mischia è sacrosanto diritto dei tifosi azzurri vederlo giocare almeno 4-5 partite dal primo minuto.

Marco Soffitto

 

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