Polemica arbitri: Mazzarri fa infuriare Braschi

Stupore, ma anche rabbia. Ufficialmente i vertici arbitrali hanno deciso di non commentare gli errori del turno infrasettimanale e non replicare alle dure accuse mosse dal Napoli e da Mazzarri. Il silenzio è motivato anche dal fatto che si è alla vigilia di un altro delicato turno di A, con sfide a rischio come Roma-Inter e Milan-Napoli. Ma c’è un secondo aspetto, non meno importante: rispondere avrebbe alzato i toni della polemica, soprattutto perché dalle parti dell’Aia le cose si vedono in molto totalmente diverso

Differenze Partiamo, però, dai rimpianti del designatore Braschi. Con i suoi collaboratori ha analizzato l’errore dell’Olimpico, con il rigore negato al Milan. L’assistente Maggiani si è giustificato con la velocità dell’azione e l’incrocio delle braccia: dalla sua prospettiva ha visto un tocco di mano di El Shaarawy e non di Dias. L’arbitro Damato aveva colto la giusta dinamica, ma senza certezze. Ecco perché si è fidato di un collaboratore esperto (oltre 200 gare in A), cambiando la sua decisione. È questa l’unica svista che Braschi considera «pesante». Ma la sua squadra è finita sul banco degli imputati anche in altre partite. E qui ritorniamo a Mazzarri e alle sue dichiarazioni («persi nelle ultime giornate 5 punti a causa degli arbitri»). Intanto il designatore ha fatto notare al suo entourage la differenza di stile tra il tecnico del Napoli e quello del Milan, Allegri, che non ha usato il rigore non dato per giustificare la sconfitta. Mazzarri, invece, non solo ha contestato in maniera plateale le scelte di Banti, ma ha parlato di un «dossier» che conterrebbe tutti i torti subiti in campionato.

Memoria corta Ascoltando le dichiarazioni in tv, la prima reazione del designatore è stata stupore. Ma poi è subentrata la rabbia per quelle da lui considerate falsità per coprire una stagione storta. Di questo e di altro si è parlato in alcune telefonate tra Braschi e il presidente Nicchi,maanche con Abete, numero uno della Figc. Punto primo: il gol annullato a Pandev nasce dopo un’azione caotica, con due posizioni di fuorigioco al limite. Per il Napoli il gol era regolare, per i vertici arbitrali Pandev era in offside di pochi centimetri, ma ammettono che forse la scelta migliore sarebbe stata quella di lasciar giocare. Punto secondo: inaccettabili le accuse del dopo gara con il riferimento alla sfida di Genova per un presunto fallo (Braschi è categorico: non c’era) a centrocampo molto prima che arrivasse il 3-0 e al dossier sui torti. Punto terzo: ci vuole faccia tosta o memoria corta a parlare degli errori «dimenticandosi» che solo una settimana prima la squadra diMazzarri è approdata in semifinale di Coppa Italia anche grazie a un netto rigore negato all’Inter. Non solo, in campionato gli azzurri non hanno mai avuto un penalty contro. Insomma, il silenzio dei vertici arbitrali è spiegato proprio dalla volontà di evitare uno scontro frontale

Altri episodi Tornando agli altri errori, c’è la difesa del designatore: il fuorigioco di Milito era difficile da vedere anche per le condizioni atmosferiche, ritenute infondate le proteste di Lazio e Roma per presunti rigori non dati. Braschi in privato ha poi lodato El Shaarawy dopo il contatto con Marchetti: «Molti al suo posto si sarebbero buttati. In Italia c’è una cultura malata: ingannare l’arbitro è considerato normale. Così non si va da nessuna parte…».

Fonte: La Gazzetta dello Sport

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