Criscito, Bocchetti e l’azzurro “sfumato”: due modi diversi di reagire

Il girone di ritorno si appresta ad iniziare dopo una prima parte di campionato salutata, forse, con qualche mugugno di troppo, peculiarità di una piazza abituata ad esaltarsi o deprimersi nel giro di un amen. La prossima tappa del percorso metterà di fronte al Napoli il Genoa, che poco meno di un mese fa fu impallinato al San Paolo senza riuscire ad ottenere alcun diritto di replica. La sfida esalta ogni volta il rapporto fraterno instaurato dalle due tifoserie. Rapporto che però non ha mai prodotto risultati significativi sul fronte del mercato, con le due società impegnate a contendersi spesso e volentieri diversi giocatori. In estate sembrava che la musica potesse cambiare grazie al possibile arrivo in azzurro di un “autoctono” come Criscito, ma purtroppo anche questa ipotesi ha maturato un finale amaro. Una conclusione capace di indurre il presidente De Laurentiis a sentenziare le seguenti parole: “Mai più napoletani nel Napoli“.

RUSSIA MADE IN NAPLES – Riavvolgendo il nastro degli eventi, si scopre che nella sessione estiva del 2011 la società partenopea si fionda perentoriamente su Domenico Criscito per rinforzare il settore sinistro della difesa con un innesto di assoluta qualità. Le probabilità che la trattativa si concluda positivamente aumentano di giorno in giorno, quando all’improvviso sorgono i primi intoppi legati ad un esiguo incremento di ingaggio offerto dagli azzurri al calciatore. Si tentenna, il patron non demorde giustificando la sua scelta in nome dei sacri valori territoriali, ma la volontà di Mimmo e gli euro-gas dello Zenit San Pietroburgo indirizzano la trattativa su un binario totalmente diverso. Bye bye Criscito, destinazione Russia dove ritrova un compagno come Salvatore Bocchetti. Anche lui napoletano; anche lui ex Genoa; anche lui col Napoli nel cassetto a favore del Rubin Kazan. Nessuna differenza? E invece si.

NAPOLI SI, NO, FORSE – Lo smacco del mancato arrivo di Criscito rievoca spiacevoli ricordi che appena un anno prima erano sorti con la vicenda Quagliarella. De Laurentiis, furibondo, decide di non voler più nessun giocatore napoletano, almeno nell’immediato. Un tuono che scuote tanti professionisti, risentiti per una discriminazione poco obiettiva. I mesi passano e le reazioni iniziano a differenziarsi: c’è chi continua a mostrarsi offeso nel profondo e chi, invece, preferisce coltivare ancora un sogno tinto di azzurro. E l’esempio calzante riguarda i protagonisti dell’aneddoto citato diverse righe fa. Alla vigilia della partita in programma domenica pomeriggio (e non solo), Criscito ha espressamente dichiarato di essere ancora molto legato al club ligure, e se un giorno dovesse decidere di rientrare in Italia vorrebbe riapprodare tra i rossoblu. Del Napoli nessuna traccia. In antitesi il parere di Bocchetti, desideroso di vestire la casacca azzurra già da domani se fosse minimamente possibile. Evitando di dare spazio a una retorica piuttosto intuibile, è palese come sia importante esaminare sempre caso per caso senza esprimere osservazioni concepite dall’istinto, dal pregiudizio o dall’utilizzo di cocenti delusioni passate a mo’ di giustifica. L’organico a disposizione di Mazzarri accusa una grave carenza sul versante mancino dovuta al dubbio persistente sulle potenzialità fisiche e tecniche di Britos. La finestra di riparazione termina il 31 gennaio: se la società decidesse di tornare sui propri passi e prendere in considerazione un’opportunità simile, potrebbe acquisire un ottimo calciatore dando anche quei segnali di infinita saggezza che non guastano mai.

 

Giorgio Longobardi

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